Scuola

Stefania Ghedini, insegnante: «Noi squadristi? Giannini capovolge la realtà: vuole far tacere il dissenso»

Stefania Ghedini, insegnante: «Noi squadristi? Giannini capovolge la realtà: vuole far tacere il dissenso»Stefania Ghedini, insegnante, al sit-in di venerdì scorso contro il ddl "La buona scuola" a Bologna

Intervista Insieme a un centinaio di docenti, genitori e studenti ha contestato la ministra dell'Istruzione alla festa dell'Unità a Bologna: «Giannini evoca il ventennio, mentre noi difendiamo la scuola della Costituzione con la legge popolare della Lip. Se il Ddl passerà le conseguenze le pagheremo nel lungo termine, probabilmente ci vorranno anni per riuscire a rimediare allo sfacelo. Sarà una nuova resistenza»

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 28 aprile 2015

A Stefania Ghedini, una delle insegnanti che venerdì scorso hanno contestato la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini alla Festa dell’Unità a Bologna, chiediamo cosa si prova ad essere accusate da un ministro della Repubblica di «squadrismo». « Viviamo in un mondo capovolto – risponde – Giannini evoca il ventennio, mentre noi difendiamo la scuola della Costituzione con la legge popolare della Lip. La cosa pazzesca è che il vero colpo di stato lo stanno facendo in parlamento. Quello che evoca veramente il fascismo è lo stravolgimento delle regole che stanno facendo per approvare in fretta e furia il Ddl sulla scuola, senza discussione parlamentare e per mettere a tacere il dissenso. Alzano i toni per far vedere il fumo e non quello che sta bruciando. La sensazione è che il governo Renzi sia in difficoltà. Lo si vede dalla manipolazione di un episodio in fondo banale».

Che cosa è accaduto venerdì?
La protesta con le pentole è partita dai Cobas sui social network. Si è allargata in maniera trasversale, tra gli altri c’erano iscritti della Flc-Cgil e diversi genitori. Eravamo in un centinaio, in maggioranza donne, non solo precarie, docenti di ruolo, molte facce nuove. Io sono rimasta al presidio di piazza XX settembre dove siamo stati bloccati dalla polizia. Un altro gruppo è entrato nel parco della Montagnola da un altro ingresso. Una mamma è stata fermata dalla Digos per venti minuti. Noi che eravamo rimasti giù abbiamo visto cambiare l’atteggiamento della polizia, hanno tirato su gli scudi. Non sapevamo nulla di quanto accadeva nella sala del dibattito. Quando gli altri sono tornati, ci hanno detto che la ministra se ne era andata, qualcuno ha detto che aveva fretta di tornare a casa visto che era venerdì. Questo era il clima. Credo che la fuga della Giannini sia stata volutamente precipitosa, non c’era nessun pericolo. Altro che «agguato costruito a tavolino» come sostiene la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi.

Puglisi si è detta stupita che la scuola si agiti tanto contro il Pd e non ha fatto altrettanto contro Berlusconi. Cosa risponde?
Mi stupisce che non si ricordi quante lotte sono state fatte contro la Gelmini. Il milione di persone in piazza contro Berlusconi a Roma il 30 ottobre 2008. Vorrei ricordare a Puglisi che allora era al nostro fianco.

Quanto pesa nella contestazione il finanziamento da oltre 400 milioni di euro delle scuole paritarie?
Moltissimo. Gli istituti sono talmente impoveriti dopo vent’anni di tagli che anche poche migliaia di euro farebbero comodo alle scuole pubbliche.

Quali sono i punti più critici di questo Ddl a vostro avviso?
Quando sarà approvato smantellerà il sistema nazionale di istruzione, ci saranno tante scuole «autonome», ciascuna impegnata a trovare i fondi, con un proprio piano dell’offerta formativa. In attesa di capire se e come i docenti saranno chiamati direttamente dai presidi, la scuola pubblica sarà gestita come una scuola privata.

Lo sciopero dei sindacati del 5 maggio sarà efficace?
I sindacati hanno una colpa gravissima: hanno anteposto la loro sigla alla difesa della scuola. Lo sciopero del 5 maggio è il frutto di una spinta dal basso che ha richiesto con forza una data unitaria. Sarà un momento importante perché l’atteggiamento antisindacale di questo governo è inaccettabile. Se il Ddl passerà le conseguenze le pagheremo nel lungo termine, probabilmente ci vorranno anni per riuscire a rimediare allo sfacelo. Sarà una nuova resistenza. E ogni singolo cittadino dovrà farsene carico personalmente.

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