La Concordia ha detto addio al Giglio
La rimozione del gigante Costa Due grandi macchie di idrocarburi in prossimità di Capraia e della costa francese. Ora la nave verrà smantellata a Genova
La rimozione del gigante Costa Due grandi macchie di idrocarburi in prossimità di Capraia e della costa francese. Ora la nave verrà smantellata a Genova
Quello di ieri al Giglio è stato il primo sospiro di sollievo tirato dagli abitanti insieme agli operai e i tecnici della Titan Micoperi che hanno portato a termine, non senza difficoltà, la rimozione del relitto della Costa Concordia che da quel sciagurato 13 gennaio 2012 giaceva come una spina nel fianco su una delle più belle isole dell’arcipelago toscano.
La nave fra le 8.30 del mattino e le 9 aveva già compiuto agilmente la manovra di rimozione, operazione tecnico-ingegnegneristica unica nel suo genere ed estremamente complessa. Il distacco dalla costa è stato seguito da una repentina rotazione verso nord per prendere la rotta predisposta dal primo comandante della Titan, Nick Sloan.
Quella scelta da Sloan è la seconda rotta con passaggio a nord del Giglio e virata verso nord ovest. Poi la nave è passata tra le isole di Montecristo, lo Scoglio d’Africa e Pianosa. Una volta doppiate le coste sud dell’Isola di Pianosa, il convoglio ha virato verso nord ovest. La distanza totale da Genova è di 191 miglia nautiche.
C’è da dire che le competenze, le tecnologie d’avanguardia e le risorse finanziate dalla Costa per supplire al danno sono senza precedenti: oltre 1 miliardo di euro, senza pesare sul bilancio pubblico.Un immenso cantiere che non ha avuto tregua: circa 500 persone hanno lavorato 24 ore su 24, 7 giorni su 7 nelle fasi preparatorie del parbuckling, il radrizzamento, e 350 i tecnici addetti al galleggiamento.
Il convoglio è composto dalla Concordia trainata da 2 rimorchiatori a prua, capacità di tiro pari a 135 tonnellate e agganciata a poppa da 2 rimorchiatoti ausiliari. Equipaggiamento e personale sono ospitati da un motopontone con gru da 200 tonnellate. Un team di biologi marini li segue su un mezzo specializzato nell’avvistamento di mammiferi marini.
Nel primo pomeriggio la Concordia è arrivata a 14 miglia dalla costa, viaggiava a una velocità media di 2 nodi. L’intera platea di chi seguiva con lo sguardo e il respiro sospeso la manovra d’uscita, manda un saluto all’eroe nazionale, il comandante Nick Sloan e accoglie in porto con birre fresche tecnici e manovalanza della Titan Micoperi.
Si è rinnovata così la fortissima emozione provata in seguito alla buona gestione dell’emergenza al momento del disastro; la rimozione si puó dire riuscita a puntino. Il sistema radar da terra controllerà il relitto lungo la rotta per Genova Voltri, il porto di destinazione per lo smaltimento e riciclo a cura del Consorzio Saipem e San Giorgio del Porto.
Il progetto è stato presentato alle autorità competenti riunite nella Conferenza dei Servizi coordinata dal Commissario delegato dal governo per l’Emergenza Concordia, Franco Gabrielli, che ha messo le mani avanti, sostenendo le novità comunicate dal Contro Ammiraglio della Capitaneria di porto Pettorino: la notizia degli ultimi istanti dell’avvistamento di due grandi macchie galleggianti, una davanti la costa italiana, nei pressi dell’Isola di Capraia, e l’altra vicino alla costa francese.
Le macchie, a una prima analisi, rilevano la presenza di idrocarburo, sotto forma di pellicola superficiale. Un avvertimento ai vicini francesi che si dovranno guardar bene da puntare il dito sulla Costa. Uno fra i pericoli reali da cui i responsabili dell’Arpat mette in guardia l’Isola è il rischio di fuoriuscita della malta cementizia contenuta nei sacchi che formavano il fondo artificiale su cui la Concordia giaceva. Nella rimozione qualche sacco potrebbe rompersi e la materia presente fuoruscirne in grosse quantità, altamente inquinanti.
Qui al Giglio, fra giornalisti e tecnici, fra capitani e marinai, consumati portuali e bimbi sulla spiaggetta che giocano a pallone, per un lungo istante oggi ci si è quasi scordati del responsabile di quel disastroso inchino costato la vita a 33 persone, i cui familiari dovranno ancora penare per avere giustizia.
Dopo la passerella mediatica di ieri al gran galà all’Isola d’Ischia per l’annuncio del suo progetto editoriale, Schettino oggi è tornato al Giglio grazie alla presenza del Procuratore Verusio, responsabile delle indagini a suo carico, giunto nella sede della Guardia Costiera. Peccato, vista la sua presenza nelle immediate vicinanze alla Press room, non averlo ascoltato in conferenza stampa.
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