La Commedia di Dante è uno zoo visionario nella fabbrica della voce di Laura Catrani
Musica Stasera al Cantiere di Montepulciano va in scena «Vox in Bestia»
Musica Stasera al Cantiere di Montepulciano va in scena «Vox in Bestia»
Ci sono i mosconi, le vespe e i vermi che nel terzo canto dell’Inferno tormentano gli ignavi. E poi gli stornei, le gru, le colombe a cui vengono paragonati, nel quinto, i lussuriosi e ancora le cagne che nel tredicesimo danno la caccia agli scialacquatori. Nel Purgatorio le anime sofferenti assumono di volta in volta la forma di diversissime creature animali: colombi, pecorelle, leoni, buoi «aggiogati» e sparvieri «ciliati». Ma anche nel Paradiso i beati vengono spesso comparati ai pesci, ai bachi da seta, ai falconi, ai colombi. E persino Beatrice, nel primo canto, viene paragonata ad un aquila e poi, nel ventitreesimo, ad un uccello senza nome che attende l’alba per portare cibo ai suoi piccoli. La Commedia di Dante si trasforma spesso, canto dopo canto, in una voliera immaginaria, in un acquario fantastico o in uno zoo visionario in cui gli animali di aria, di acqua e di terra svolgono una precisa funzione poetica: rafforzare, spiegare, illuminare le infinite similitudini di cui Dante nutre i propri versi. Ne è nato una sorta di «bestiario dell’aldilà» – come l’ha definito felicemente Giuseppe Ledda – di straordinaria potenza visiva. Gli animali della Commedia, però, stranamente, non fanno quasi mai ascoltare i loro versi: danno vita ad immagini, icastiche, mobili, a volte persino colorate, ma raramente possiedono un suono.
A DAR LORO VOCE, nella forma trasfigurata del canto, è uno dei progetti più inventivi e originali nati in occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante. Si intitola, coerentemente, Vox in Bestia ed è stato costruito, pezzo per pezzo, nella fertile fabbrica delle idee di Laura Catrani, un’interprete da sempre sensibilissima alle onde inquiete della musica «attuale», che si è però trasformata in autrice, in prima persona, dei propri progetti.
L’IDEA di base è semplice e potente: visitare con pazienza e acribia la voliera, l’acquario, lo zoo della Commedia, afferrare quindici creature animali e trasformare i versi di Dante in canto. O meglio in quella particolare dimensione vocale rappresentata dal canto a voce sola, la «specialità» della fabbrica alla quale Laura Catrani si dedica da tempo. Per intonare le terzine «animalesche» ha convocato tre compositori di diversa estrazione stilistica: Fabrizio De Rossi Re che ha impresso una delicata, a tratti parodistica concretezza acustica alle bestie infernali, Matteo Franceschini che invece ha trasformato in folgoranti miniature vocali le presenze animali del Purgatorio e infine Alessandro Solbiati che ha teso fino al parossismo la corda del canto per rendere disincarnate e luminose le creature animalesche del Paradiso. Ma Laura Catrani ha voluto ricreare intorno al bestiario dantesco l’utopia, medievale e attualissima, della concordanza tra le arti: Tiziano Scarpa ha cosi composto per l’occasione, con la sua consueta, chirurgica esattezza di scrittura, quindici preludi, in forma di prosa, a ciascun canto, mentre Gianluigi Toccafondo ha creato nove brevi ritratti in movimento di altrettante creature che attraversano come lampi di luce, apparizioni fantastiche, visioni oniriche il corso del concerto. Il cui perno centrale è rimane la voce cantante e recitante di Laura Catrani, capace di creare, con la sola forza della sua invenzione vocale, una sintesi potente tra la phonè, il melos, e il logos racchiusi nelle voci, finalmente ritrovate, degli animali danteschi. Il prossimo appuntamento con Vox in Bestia è per oggi al Cantiere di Montepulciano (Cortile delle Carceri, ore 21.30) e poi, fino alla fine dell’anno dantesco, in due dozzine di festival, rassegne e stagioni.
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