Ci sono due tipi di cecità. La prima è la cecità «esterna»: è una limitazione forte e ingiusta della vita che viene compensata dall’affinamento del resto della sensorialità e della sensibilità interiore. La seconda è la cecità “interna”: una grave malattia dell’anima che ci affligge. Rende piatta, superficiale la percezione della realtà. La fa diventare una registrazione di immagini il cui significato è più il risultato di una proiezione, manipolazione mentale che di una sedimentazione, elaborazione di impressioni che lasciano il loro segno in profondità trasformando la materia psicocorporea della nostra soggettività. La cecità interna è autoreferenzialità, costruzione di realtà...