Lavoro

La Cgil: sciopero generale contro la manovra di Meloni

Il segretario generale della Cgil Maurizio LandiniIl segretario generale della Cgil Maurizio Landini – Foto Ansa

Mobilitazioni Sì all’unanimità. Giovedì arriverà anche la Uil. Oggi in piazza contro il ddl Lavoro

Pubblicato 4 giorni faEdizione del 8 ottobre 2024

«Sciopero generale». Negli anni passati la Cgil era sempre stata restia a usare questa espressione nei suoi documenti ufficiali. Ieri invece la sua Assemblea generale – l’organo che ha preso il posto del Direttivo e che equivale al parlamentino della confederazione formato però in maggioranza da delegati che da quadri di tutte le categorie – ne ha parlato in modo esplicito.

L’ORDINE DEL GIORNO votato all’unanimità contesta in toto la politica economica di Meloni e Giorgetti e considera necessario che «la mobilitazione arrivi fino allo sciopero generale e dà mandato alla segreteria nazionale di verificare e definirne con le altre organizzazioni sindacali confederali le modalità e i tempi, utili a contrastare le scelte del governo in vista della manovra di bilancio».

Lo schema che probabilmente si riproporrà sarà quello dello sciopero generale Cgil e Uil, con la Cisl ancora una volta isolata nella sua (inspiegabile) vicinanza con il governo Meloni, sebbene ieri Luigi Sbarra abbia incontrato la segretaria del Pd, Elly Schlein e abbia chiesto di «non toccare assolutamente la spesa sociale».

La Uil infatti terrà giovedì 10 il suo Esecutivo nel quale discuterà del «confronto con il governo» ma fatalmente di come comportarsi dopo la scelta della Cgil: l’impressione è che l’asse Landini-Bombardieri sarà confermata ancora una volta.

La manovra inaugura una lunga stagione di rigore e tagli, il risultato di una precisa scelta di non toccare extraprofitti, rendite, evasione e patrimoni L'odg della Cgil

L’ultimo sciopero generale fu 16 dicembre 2022 quando Cgil e Uil proclamarono quattro ore di protesta per tutti i settori pubblici e privati contro la prima manovra dell’appena eletto governo Meloni. L’anno scorso invece la scelta di Cgil e Uil ricadde su un forma diversificata: sciopero generale a livello macro-regionale con la penisola divisa in quattro date: 17, 24 e 27 novembre e primo dicembre.

L’ANALISI DELLA SITUAZIONE da parte della Cgil è molto dura: «La prossima legge di bilancio inaugurerà una lunga stagione di rigore e tagli alla sanità, a istruzione e ricerca, alla previdenza, ai contratti collettivi nazionali di lavoro pubblici, agli enti locali, agli investimenti. Tutto ciò non è una prospettiva inevitabile, ma il risultato di una precisa scelta politica: quella di non toccare extraprofitti, profitti, rendite finanziare e immobiliari, grandi patrimoni, evasione». Per la Cgil invece «va rilanciata una proposta di riforma fiscale alternativa e fondata sui principi previsti dalla nostra Costituzione: progressività, equità, capacità contributiva, lotta serrata all’evasione, conferma delle misure sul cuneo fiscale e contributivo in scadenza, restituzione del fiscal drag, incremento delle imposte su profitti, rendite e grandi ricchezze». Nell’odg, si legge inoltre che «le rivendicazioni e mobilitazioni di questi mesi e prossime settimane, insieme al contrasto alle crisi industriali, alla difesa dell’occupazione, vanno in questa direzione, e sono in perfetta coerenza con la battaglia referendaria (contro autonomia e Jobs act, ndr) che stiamo portando avanti e con il nostro impegno contro la follia della guerra e della strategia di riarmo».

SULLA PACE la Cgil sarà capofila della mobilitazione nazionale già convocata per sabato 26 ottobre dal titolo «Fermiamo le guerre, il tempo della pace è ora», che «si svolgerà in modo diffuso su tutto il territorio».

Cgil e Uil saranno comunque assieme in piazza anche oggi. Contro il ddl Lavoro che oggi sarà in votazione alla Camera, si terrà un presidio a Roma al Pantheon, in piazza della Rotonda, a partire dalle ore 14.30. «Con il collegato lavoro si continua con una sempre più marcata flessibilizzazione e precarizzazione: si liberalizzano i contratti in somministrazione, si amplia il lavoro stagionale senza regole, si favoriscono deroghe fiscali sui contratti misti che incentivano il lavoro autonomo e part time», attacca la segretaria confederale Cgil Maria Grazia Gabrielli. «Mentre si celebra la Giornata mondiale del lavoro dignitoso, in Italia ci apprestiamo a votare un provvedimento che deregolamenta il mercato del lavoro, aumentando precarietà e diminuendo le tutele», le fa eco la segretaria confederale della Uil Ivana Veronese.

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