La formula è ormai collaudata: «Non escludo nulla». La strada – anzi, la «via maestra» – già tracciata verso lo «sciopero generale». La Cgil tiene la sua assemblea dei delegati sulla contrattazione a Bologna con la testa già rivolta alla manifestazione di sabato 7 ottobre a piazza San Giovanni a Roma e alla «consultazione straordinaria» che deve rafforzare la scelta fatta nella mobilitazione contro il governo Meloni e la sua seconda legge di Bilancio.

Maurizio Landini chiude la giornata in cui sul palco dell’Arena del Sole si sono alternati delegati e segretari di categoria a tracciare il quadro della ripartenza sindacale. Se nella relazione d’apertura Francesca Re David lo aveva evocato in esplicito – il «probabile sciopero generale» – Landini ne parla come tappa finale di una «nostra strategia» «in un momento propizio perché la democrazia torni ad essere centrale» a partire dalla «consultazione democratica di massa» lanciata con il voto che conclude ogni assemblea della «campagna a tappeto» in corso per testare «il consenso» sulla mobilitazione «fino allo sciopero generale», come recita il testo del quesito.

Una strategia di cui fa parte anche «la strumentazione legislativa» con l’evocato «referendum sull’articolo 18» che viene se non criticato quanto meno frenato da buona parte dei segretari di categoria portando Landini a relativizzarlo: «Quella del referendum è una scelta che abbiamo già compiuto ma di certo dobbiamo stare più attenti», memore della bocciatura del «quesito» della Corte costituzionale nel 2017.

È la prima riunione Cgil dopo la strage di Brandizzo. E Francesca Re David chiede a tutti di alzare il cartello «Rispetto» per il lavoro: «È il momento di fare sempre più rumore, un rumore continuo, che si deve sentire negli scioperi e nelle manifestazioni che facciamo, ma anche nella nostra attività che si lega alla contrattazione».

Per Landini «ciò che è accaduto a Brandizzo segna un punto di non ritorno. L’errore umano sarà la magistratura ad accertarlo, ma la questione vera è che tutto il sistema delle manutenzioni va cambiato». Per il segretario della Cgil c’è un nesso chiaro tra precarietà, e quindi appalti e sub appalti, logica del maggior profitto e mancanza di sicurezza. Per invertirlo «la vertenza sulla sicurezza non può essere limitata al governo ma deve essere attuata in ogni luogo di lavoro. Senza dimenticare che «combattere le esternalizzazioni riguarda la qualità e la dignità del lavoro, ma anche la qualità e la dignità del servizio pubblico».

Al centro della giornata c’è però la contrattazione e Landini fissa l’obiettivo: «Nel rispetto della specificità e dell’autonomia delle singole categorie, serve portare rivendicazioni che vanno tutte nella stessa direzione» attraverso «un coordinamento delle politiche contrattuali».