Visioni

La «cattiva sorte» sulla strada nel bosco

La «cattiva sorte» sulla strada nel bosco

Cinema «Bad Luck» del regista austriaco Thomas Woschitz, evento speciale in programma al MoliseCinema

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 6 agosto 2016

«Il mondo è pieno di persone scontente» recitava la voice over in apertura di Blood Simple – Sangue facile, il primo film dei fratelli Coen insieme noir e commedia degli equivoci in cui l’avidità giocava un ruolo fondamentale. Impossibile non pensare al lavoro – e anche a quelli successivi – dei fratelli americani guardando Bad Luck, il nuovo film del regista austriaco Thomas Woschitz presentato oggi tra gli eventi speciali al Festival MoliseCinema, in corso a Cascalenda fino a domani.

Sui personaggi aleggia infatti lo stesso mix di caso, sfortuna e scelte sbagliate, e perfino l’ ambientazione in un cupo paesino di provincia, austriaco stavolta, ricorda da vicino quel film del 1984.
Le «persone scontente» protagoniste di Bad Luck sono molte: Karl , un meccanico che non ha i soldi per pagare le bollette e poi Lippo, appena licenziato dal suo ricco capo dalla sala scommesse dove lavorava da anni, e infine Dagmar, giovane ragazza impiegata in una stazione di servizio insieme alla sorella di Lippo, che non ha i soldi neanche per pagarsi l’affitto e infatti viene sbattuta fuori di casa. Davanti a una cassa piena di soldi la tentazione diventa allora troppo forte da contenere, e nasce così la serie di sfortunati eventi che il film ripercorre a ritroso.

È una macchina che «cade dal cielo» infatti ad aprire Bad Luck: mentre Karl e l’amico Rizzo si trovano in una strada nel bosco un veicolo precipita ai loro piedi da un albero. Dentro c’è una persona ferita, bisognosa di aiuto. Ma anche una busta piena di banconote.
«Niente è garantito», continua il monologo che apre Blood Simple, e infatti neanche i soldi di cui Karl decide di impossessarsi arrivano con la garanzia di risolvere tutti i suoi problemi. Semmai è proprio il contrario: raccoglierli è un’altra delle cattive scelte che il film mette in gioco e da cui deriva solo una serie inarrestabile di sfortune e altre decisioni altrettanto nefaste, con uno spiccato gusto per l’assurdo e per la comicità che si annida sempre nelle pieghe della tragedia.

Pochi giorni prima del ritrovamento dei soldi Lippo – che costituisce l’anello di congiunzione tra i due «capitoli» che aprono e chiudono il film – si era svegliato nel suo letto davanti a una televisione accesa su un film di Buster Keaton, le cui comiche disavventure richiamano anch’esse quelle dei protagonisti del film di Thomas Woschitz , e soprattutto di Lippo, in fuga perenne come il grande comico americano da una valanga inarrestabile di sfortune, e autore di altrettanti stupidi errori che lo perseguitano nella giornata in cui decide di vendicarsi del suo odiato capo.

Gli attori, tutti non professionisti, hanno infatti spesso l’espressione «sintonizzata» sul medesimo triste stupore che caratterizzava il volto, o meglio la maschera, di Buster Keaton.
Le loro sorti si giocano quasi tutte sulla strada: teatro di tre incidenti che scandiscono gli altrettanti episodi di cui Bad Luck è composto, e limite ultimo delle loro aspirazioni . Ma è l’avidità, con le stupide scelte che ne conseguono, a perseguitarli, e a condurli sulla via della loro tragicomica sconfitta.

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