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La camera allarga l’aula, ma niente voto online

La camera allarga l’aula, ma niente voto onlineI corridoi della camera dei deputati ieri, immagine postata su twitter dal deputato di Forza Italia Antonio Palmieri

La giunta per il regolamento Strada chiusa per le votazioni da remoto. Via libera alla partecipazione in video conferenza ma solo per i lavori informali delle commissioni. Ieri però malgrado le misure di sicurezza il Transatlantico si è riempito troppo e i deputati sono stati invitati a circolare

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 1 aprile 2020

Treni e aerei sono ridotti al minimo e così molti deputati arrivano a Roma in automobile, postando sui social la foto dell’avventura. Alla fine sono più del previsto nel voto con cui viene approvato definitivamente il taglio del cuneo fiscale. Perché la maggioranza, non fidandosi, ha convocato in segreto una quarantina di deputati in più. Una conferma che con il metodo delle autoriduzioni concordate dei parlamentari non si potrà andare avanti a lungo. Dopo pasqua cominceranno i voti veri sul decreto “Cura Italia” e i patti tra gentiluomini che hanno fin qui permesso di ridurre le presenze non saranno replicabili. I numeri di maggioranza e opposizione torneranno a pesare. Oltretutto ieri qualcosa non ha funzionato nell’organizzazione dei turni di ingresso in aula (i deputati avevano ricevuto una tabella con l’orario al quale presentarsi per votare) e il Transatlantico si è pericolosamente riempito. Quasi tutti con la mascherina, ma impossibile mantenere le distanze di sicurezza. Anche in questo caso c’è la prova fotografica sui social. Così ai deputati è arrivato un sms: «Per incarico del collegio dei deputati questori, si invitano i deputati che abbiano già effettuato le operazioni di voto nella seduta odierna a non sostare ulteriormente in Transatlantico».

Anche gli assembramenti dei rappresentanti del popolo, nel luogo destinato a parlarsi, sono considerati pericolosi. Malgrado ciò la giunta per il regolamento che ieri pomeriggio ha affrontato il problema di come garantire i lavori della camera non ha fatto molti passi in avanti nella direzione della partecipazione a distanza. Sarà consentita con le video conferenze, ma solo in commissione e solo per le attività informali – audizioni, uffici di presidenza – e sarà sempre esclusa per le votazioni. Discorso chiuso in partenza per i lavori dell’aula, in giunta i 5 Stelle hanno chiesto di insediare una commissione tecnica per studiare forme di voto a distanza ma il presidente Fico nella replica ha lasciato cadere la proposta.

Urge però trovare una soluzione, visto che sul “Cura Italia” ci saranno da votare decine (almeno) di emendamenti, anche in aula. Se il governo chiedesse la fiducia il problema sarebbe in gran parte risolto, ma manderebbe un segnale di chiusura politica in contro tendenza (oggi invece Conte incontra i leader dell’opposizione). Viceversa con i gruppi ridotti la maggioranza potrebbe finire in balia di un’opposizione decisa a dare battaglia. L’idea avanzata in giunta dal capogruppo di Leu Federico Fornaro è quella di allargare gli spazi dell’aula di Montecitorio, così da garantire le distanze di sicurezza. I deputati e le deputate potrebbero trovare posto anche nelle tribune alte in genere destinate al pubblico (non in quelle dei giornalisti e operatori) e in un’altra aula grande, quella nuova dei gruppi, collegata in diretta. Grandi schermi andrebbero montati anche nell’aula del Basile. La proposta sembra potersi affermare, la conseguenza sarà però che i voti dovranno essere tutti per alzata di mano, senza sistema elettronico e registrazione. Sarà comunque necessaria una riduzione (nell’ordine del 30%) delle presenze, ma anche senza un accordo informale a questo penseranno le quarantene, la paura del contagio e soprattutto le difficoltà di spostamento. I deputati di diverse regioni – Calabria, Sicilia, Sardegna – venendo a Roma rischiano la quarantena al ritorno. Il problema è stato posto a Fico che successivamente ha scritto su facebook: «I deputati possono muoversi sul territorio nazionale per fare il proprio dovere e rappresentare i cittadini»

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