«La cosa che rende alieno il Venezuela agli occhi del mondo è il suo tentativo, compiuto negli ultimi vent’anni, di iniettare auto-stima agli individui. È il fatto di aver messo al centro una cultura umanista che prima non esisteva». Juan Calzadilla (classe 1931, poeta, pittore e critico d’arte) parla del suo paese scosso da una crisi violentissima e prova ad alzare lo sguardo dalla cronaca. Un paese che definisce «sotto assedio» e, nelle sue parole, risuona più l’idea di un assedio antropologico. Non è casuale allora che sia stato scelto lui, decano degli artisti contemporanei venezuelani, a rappresentare il paese...