Economia

La calda estate dell’Agenzia delle Entrate

La calda estate dell’Agenzia delle Entrate – LaPresse

Viaggio nel pianeta italiano dei debiti Equitalia non c’è più. Ma è davvero meglio di prima? Non proprio. Anzi il contrario

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 24 agosto 2018

Per «evitare inutili disagi e nel percorso di semplificazione nei rapporti con i cittadini» l’Agenzia delle Entrate – recitava un comunicato del 3 agosto scorso – ha deciso uno stop alle cartelle per «più di un milione» di atti.

Il Fisco ha così “congelato” le cartelle e le comunicazioni fino a settembre, ma vallo a raccontare a chi ha ricevuto la letterina verde il 27 o anche il 31 di luglio con preannuncio magari di «fermo vettura» o di pignoramento mobiliare. E a chi rivolgersi per avere lumi in un Paese che va in ferie proprio dal primo del mese?

Sai che piacere partire pensando che al ritorno dalla vacanza, con famiglia al seguito, un normale controllo di polizia potrebbe anche sequestrarti il veicolo per quei mille euro non pagati in qualche vecchia dichiarazione.

COME È NOTO, EQUITALIA SPA ha cessato di esistere e il personale è stato assorbito dall’Agenzia delle Entrate Riscossione (Adr) il primo luglio 2017 dopo l’approvazione di un progetto di legge nato dalle grida popolari di «chiudiamo Equitalia» e come consigliava la coscienza a seguito di una serie di suicidi avvenuti dopo che l’”evasore” aveva appreso l’ammontare del suo debito. Morti che indubbiamente si potevano evitate. La prima osservazione è però che adesso l’ente è bicefalo: diviso in Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Entrate Riscossione. Hanno a volte uffici diversi e ce ne si può accorgere dopo una fila se va bene di qualche ventina di minuti. Se va male di un’ora.

NEL NUOVO ENTE LAVORANO gli stessi funzionari di prima, non senza polemiche: c’è chi dice che si sarebbe violato il disposto dell’articolo 97, quarto comma, del testo costituzionale che espressamente stabilisce che «agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso salvo i casi stabiliti dalla legge». Secondo il ministero dell’Economia e delle Finanze invece, al pari di tutti gli enti pubblici economici nazionali come Demanio o Siae, il nuovo soggetto non è tenuto a un pubblico concorso per il reclutamento del personale.

La neonata agenzia ha curato il riassetto e la «campagna di adesione» 2000/17 (rottamazione), conclusasi da pochi mesi (maggio 2018). A queste condizioni: per i carichi affidati all’Agente della riscossione dal primo gennaio al 30 settembre 2017, era possibile effettuare il pagamento in un’unica soluzione oppure in un massimo di 5 rate di pari importo, la prima delle quali entro il 31 luglio 2018 e l’ultima entro il 28 febbraio 2019. Per i carichi affidati all’Agente della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2016, il pagamento doveva essere effettuato in un’unica soluzione o in un massimo di 3 rate. Tuttavia con la chiusura della campagna c’è da attendere il riavvio degli atti di pignoramento per quanti non abbiano aderito o si trovino fermi al palo dei pagamenti. Nel giro di pochi mesi se ne tornerà a parlare.

L’agenzia corre veloce anche grazie all’acquisizione dei nuovi sistemi di controllo del posto di lavoro e dei dati bancari che le consentono di scovare le evasioni con maggior facilità. Se però è il cittadino a voler conoscere i dettagli della propria evasione, ossia del suo debito, la strada è in salita: ci si può rivolgere direttamente a uno sportello dell’Agenzia che però non sempre è competente per “quella” cartella perché prima esistevano tre aree e relativi compartimenti: Equitalia Nord, Centro, Sud. Dunque i vari debiti non sempre sono sufficientemente aggregati e il contribuente volenteroso, che però fosse migrato in altra regione, doveva e deve ripercorrere la strada a ritroso per non rischiare di perdere qualcosa.

C’È UN SECONDO CANALE d’informazione con accesso personale in area riservata su internet sul sito dell’ente. Tuttavia è una modalità assai complicata e che richiede perizia. Infine c’è un canale, sempre telematico, dove è possibile delegare una persona singola, associazione, avvocato, sindacato al fine di ottenere la documentazione. Il che significa però aggiungere dei costi, che sono da valutare in funzione della bontà del servizio.

L’osservazione da parte di un occhio specializzato può però rivelare eventuali possibilità di ricorso opponendosi agli atti e diventa possibile risparmiare il pagamento. Fatto legittimo e anche usuale per chi è abituato ad andare a fondo alle cose. Ma per altri, forse più ingenui, meno “smanettoni” o semplicemente inconsapevoli, la strada diviene tunnel è spesso sembra più semplice pagare e basta.

PER COMPIERE LE VERIFICHE si può compilare il modello RD1da scaricare dal sito dell’Agenzia e chiedere l’Estratto delle Posizioni Debitorie e relativi Estratti di Ruolo. Purtroppo, ci sono stati casi in cui non viene rilasciata la documentazione adatta all’uso legale. Sebbene i dati siano trattati ai sensi e per le finalità dell’art. 13 del Regolamento (Ue) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 (regolamento generale sulla protezione dei dati che dà diritto, in qualunque momento, a ottenere conferma dell’esistenza o meno di questi e/o verificarne l’utilizzo), non sempre vengono rilasciati in forma valida per l’opposizione in tribunale. Il motivo sembra essere il tentativo di rallentare l’eventuale attività di rivalsa e renderla più gravosa.

Un atteggiamento forse comprensibile nel comportamento di una società privata come era Equitalia, che pure era più attenta a fornire subito il documento adatto, ma davvero controverso nel caso di un ente di pubblico servizio. Alla fine – visto che un italiano su dieci ha debiti residui inferiori a 1.000 euro – si finisce per mettere mano al portafoglio. E a rinunciare a un diritto. (Prima puntata – segue)

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