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La Calabria chiude le superiori per 15 giorni e avvia il coprifuoco

La Calabria chiude le superiori per 15 giorni e avvia il coprifuocoReggio Calabria, una scuola chiusa – LaPresse

Covid-19 La seconda ondata sta travolgendo anche i più ottimisti. Il record di positivi viene battuto giorno dopo giorno

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 24 ottobre 2020

La Calabria aveva sinora fatto registrare un basso numero di contagiati dovuto però a un ridotto numero di tamponi. Ma la seconda ondata sta travolgendo anche i più ottimisti. Il record di positivi viene battuto giorno dopo giorno. Dai 189 di giovedì agli oltre 200 di ieri. Per cui come primo atto della sua reggenza, il neopresidente facente funzioni Nino Spirlì (Lega) ha firmato l’ordinanza che sancisce, per 15 giorni, a partire da lunedì e fino al 13 novembre, la sospensione delle attività scolastiche per le scuole superiori, e il coprifuoco dalla mezzanotte alle 5 in tutta la regione per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Un provvedimento atteso da giovedì, quando si è diffusa la notizia di norme più stringenti in materia di prevenzione della pandemia. Nel provvedimento sono contemplate anche misure che riguardano strutture sanitarie e Rsa.

In particolare, l’ordinanza prevede la sospensione delle attività scolastiche secondarie di secondo grado dal 26 ottobre, la sospensione, in presenza e con possibilità di attivare la didattica digitale integrata, delle attività didattiche presso gli atenei universitari, fatte salve le lezioni e le attività che devono essere necessariamente svolte in presenza fisica, lo stop agli spostamenti su tutto il territorio regionale, dalle ore 24 alle ore 5 del giorno successivo, il divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei Pronto soccorso, l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani viene drasticamente limitato.

La situazione nella regione è drammatica. A Lamezia è chiuso il pronto soccorso, nella Piana di Gioia Tauro gli insediamenti dei migranti sono diventati «zone rosse», a Isola di Capo Rizzuto chiusi parchi e mercati vietati per effetto di un cluster, a Crotone il neosindaco Enzo Voce è risultato positivo ed è in isolamento domiciliare, il palazzo del Municipio è stato chiuso e l’intera giunta comunale si è sottoposta d’urgenza al tampone.

Già durante la presidenza di Jole Santelli l’approccio delle istituzioni regionali era stato disastroso nonostante i numeri bassi della pandemia. In questa fase 2, tutte le pecche di allora si confermano e anzi si allargano. Si registrano gravi difficoltà nel reperimento dei reagenti e delle attrezzature per l’effettuazione dei test nei 5 laboratori regionali. Il mistero sulla mancata realizzazione delle terapie intensive, nei mesi estivi quando il virus si riteneva sconfitto e c’era tutto il tempo per realizzarle, rimane tutto da decifrare. Il fallimento delle prime misure a sostegno dell’economia gravata dalla pandemia è sotto gli occhi di tutti. La stessa fermezza sanitaria che aveva caratterizzato l’azione di Santelli all’inizio della pandemia si è polverizzata con l’anticipazione precipitosa delle aperture commerciali senza nemmeno consultare il comitato scientifico che ella stessa aveva nominato.

Il Tar successivamente e, rapidamente, come noto, ha poi bloccato i suoi provvedimenti. Ora Nino Spirlì tenta di cambiare registro anticipando chiusure ben prima di altre regioni del sud messe peggio. Ma il rigore del reggente si scontra con le carenze endemiche di una sanità pubblica allo sbando. Mentre le cliniche private sono in agguato.

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