Cultura

La «Bibbia Queer» e la lunga marcia dei cristiani Lgbtq

La «Bibbia Queer» e la lunga marcia dei cristiani Lgbtq

Movimenti "Credenti Lgbt+. Diritti, fede e Chiese cristiane nell’Italia contemporanea" di Matteo Mennini per Carocci. E la "Bibbia Queer. Un commentario", edita da Edb, edizione italiana dell’opera curata da Mona West e Robert E. Shore-Goss (uscita nel 2022) che sarà presentata a Più libri più liberi domenica 10 (ore 14, sala Marte) dal curatore Gianluca Montaldi, dalla teologa Maria Bianco, dal biblista Renato Lings e da Christian Raimo, che ha collaborato alla traduzione

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 8 dicembre 2023

L’8 luglio 2000, mentre a Roma si svolge il Giubileo fortemente voluto da papa Wojtyla, un corteo di 300mila persone dipinto con i colori dell’arcobaleno attraversa le strade della Capitale fino al Circo Massimo. È il popolo lgbtq che da tutta Italia, e dall’estero, giunge nella città che ospita il sommo pontefice che condanna l’omosessualità («inclinazione oggettivamente disordinata») per il World pride. Nelle settimane precedenti il segretario di Stato vaticano, Angelo Sodano, aveva invano tentato di impedirlo, facendo pressioni sulle autorità e invocando addirittura il Trattato del ’29 fra Italia fascista e Santa sede. In mezzo a quella marea umana, centinaia di persone sfilano esibendo un cartello eloquente: «Sono cristiano e sono qui! Sono qui perché sono cristiano!». È l’immagine plastica con cui si conclude Credenti Lgbt+. Diritti, fede e Chiese cristiane nell’Italia contemporanea (Carocci, pp. 160, euro 18), il bel libro con cui lo storico Matteo Mennini racconta per la prima volta la storia dei credenti omosessuali nel nostro Paese. Una galassia di gruppi che poi diventano movimento, in un percorso che nasce nelle «catacombe» del nascondimento e arriva alla rivendicazione e alla conquista di uno spazio pubblico nella società e nella Chiesa.

LA STORIA, RICOSTRUITA facendo uso di una grande mole di fonti d’archivio e di documenti interni ai gruppi, inizia all’alba degli anni ’70 quando, in reazione a un articolo pubblicato sulla Stampa («Non ci sono omosessuali contenti»), nasce il movimento Fuori (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano). All’interno ci sono anche gli omosessuali credenti che, sulla scia delle esperienze e dei linguaggi del dissenso cattolico, pongono il tema della loro emarginazione nella Chiesa. Inizia così un lungo percorso che, fra la condanna dell’omosessualità della Congregazione per la dottrina della fede (l’ex Sant’Uffizio) con la dichiarazione Persona humana del ’75 («tendenza transitoria non incurabile» o «costituzione patologia incurabile») e il pontificato di Wojtyla, vede il coagularsi di decine di gruppi cristiani i quali, spesso guidati da preti cattolici (pochi) e pastori valdesi (molti di più), approfondiscono, discutono e rivendicano l’assoluta coerenza della propria fede cristiana e della propria omosessualità, pienamente vissuta. «Aporie nelle istituzioni religiose», spiega Mennini, che si traducono in un «impegno volto a promuovere un cambiamento dall’interno per rendere la propria Chiesa più inclusiva».

UNO DEI FRUTTI di lungo periodo di questo percorso di liberazione arriva in libreria in questi giorni. Si tratta della Bibbia Queer. Un commentario (Edb, pp. 1136, euro 79), l’edizione italiana dell’opera curata da Mona West e Robert E. Shore-Goss (uscita nel 2022), nella quale biblisti e teologi leggono le Sacre scritture in maniera rivoluzionaria, senza occhiali patriarcali e binari, riportando alla luce significati alternativi di testi ingabbiati da secoli di cultura maschilista e omofoba. Il commentario raccoglie contributi di studiosi, rabbini e pastori che attingono alle teorie femministe, queer, decostruzioniste, decoloniali e utopiche, alle scienze sociali e ai discorsi storico-critici per offrire una lettura inedita dei 73 libri della Bibbia e un nuovo modo di riflettere sul divino. «Usando il queer come metodo esegetico – scrivono nell’introduzione Selene Zorzi e Martin Lintner, teologi – ci si ritroverà a sottolineare qualcosa che è già presente nelle righe del testo sacro ma al quale siamo stati resi ciechi per la consuetudine a un solo tipo di interpretazione», liberando Dio da quelle strutture in cui «una cultura patriarcale, androcentrica, machista, binaria e colonialista lo ha relegato nel momento in cui i testi biblici vennero “confezionati”». Perché Dio non ha sesso. Anzi Dio stesso è queer.

La Bibbia Queer sarà presentata a Più libri più liberi domenica (ore 14, sala Marte) dal curatore Gianluca Montaldi, dalla teologa Maria Bianco, dal biblista Renato Lings e da Christian Raimo, che ha collaborato alla traduzione.

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