Europa

La base Spd sfiducia Gabriel: «E ora primarie»

La base Spd sfiducia Gabriel: «E ora primarie»

Germania Affondo dei giovani del partito. Messaggio politico inequivocabile per la vecchia-guardia Spd, opportunamente lanciato sulla stampa non-amica, sufficientemente autorevole da rimbalzare ai piani alti della direzione socialdemocratica.

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 7 agosto 2015

Primarie (social)democratiche per scegliere il candidato da opporre ad Angela Merkel nel 2017.

L’affondo è di Johanna Uekermann, bavarese, classe 1987, presidente nazionale dei Juso, i giovani dell’Spd, che non crede alle chance elettorali del leader Sigmar Gabriel (nella foto Lapresse).

«Ogni membro del partito dovrebbe votare il prossimo candidato cancelliere. Nella Spd certo non mancano uomini e donne adatti al ruolo» spiega dalle colonne della Welt.

Messaggio politico inequivocabile per la vecchia-guardia Spd, opportunamente lanciato sulla stampa non-amica, sufficientemente autorevole da rimbalzare ai piani alti della direzione socialdemocratica.

Qui i destinatari diretti sono il vicecancelliere Gabriel – ritenuto inadatto alla sfida con Merkel dal 61% della «base» – e il presidente dello Schleswig-Holstein Torsten Albig che ha proposto di candidare proprio l’inossidabile Mutti.

La «proposta» di Uekermann, tuttavia, è indirizzata a tutti i «Genossen» sofferenti almeno quanto lei l’impasse del partito congelato a quota 25%.

Per questo Sigmar non sta affatto sereno. Sul tavolo del presidente Spd i poll evidenziano l’abisso dei suoi 41 punti percentuali di distanza dalla cancelliera, già oltre la sfera del 55% del gradimento tra i tedeschi. Una sfida impossibile per chiunque, eppure secondo la presidente dei giovani socialisti va compiuto almeno il primo passo della rimonta con il cambio di rotta nell’intesa-cordiale con la cancelliera: «Angela Merkel ha fatto un pessimo lavoro» riassume Uekermann, prima di tornare alla carica contro il suo «vice» per come ha gestito la crisi greca.

«Gabriel insieme a Merkel e Schäuble deve rendersi conto che la Grexit non è un’opzione». L’invito corre a una «realpolitik» in linea con gli ideali del partito e più connessa alla base dei «simpatizzanti» ancora inquieti per il «dialogo» di Gabriel con gli estremisti di Pegida e per la posizione anti-greca del presidente del Parlamento Ue Martin Schulz.

Da qui la raccomandazione della giovane Bundesvorsitzende al vicecancelliere di dare «l’esempio» (trascorrendo le vacanze in Grecia) mentre il «programma secondo Uekermann» appare già contundente rispetto alla linea fin qui seguita dall’Spd.

L’ala giovanile del partito, critica sulla Grande coalizione con l’Union e per un’alleanza rosso-rosso-verde a livello federale, chiede inoltre la revisione di pratiche politiche ampiamente incistate nell’Spd.

«In campagna elettorale i giovani socialisti non sono messi in rilievo» quindi sono difficilmente eleggibili, osserva la presidente che guida i Juso dal 2013.

Un allarme spedito per conoscenza anche alla 44 enne ministra Spd del lavoro Andrea Nahles (che proviene dallo stesso ambiente di Uekermann e negli anni Novanta guidava i Juso) non insensibile alle richieste provenienti dal settore.

Altrettanto profonda la richiesta della Chefin dei giovani socialisti di innovare la politica europea dell’Spd con la «fine dell’austerità come soluzione alla crisi finanziaria» e l’inizio della considerazione che «la crisi del debito è invece un problema di reddito».

Posizioni letteralmente di linke, disassate rispetto alla linea centrista del partito e minoritarie in Parlamento almeno a giudicare dalle votazioni.

Comunque un riflesso condizionato dell’inevitabile punto di caduta dell’attuale politica dell’Spd, che difende l’interesse dei tedeschi senza riceverne in cambio i voti.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento