Internazionale

Il regista Miyazaki contro la base militare a Okinawa

Il regista Miyazaki contro la base militare a Okinawa

Giappone È il presidente di un fondo per le proteste

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 13 maggio 2015

Dopo aver dato l’addio lo scorso anno al mondo dei lungometraggi animati, il regista Hayao Miyazaki ritorna alla ribalta. E non per una creazione della sua matita; bensì per il suo impegno a favore della causa di Okinawa.

Miyazaki – creatore di alcuni dei capisaldi dell’animazione giapponese come Totoro, Nausicaa della Valle del vento o La Città incantata e fondatore del pluripremiato Studio Ghibli – è stato nominato presidente della Fondazione Henoko (in giapponese: Henoko kikin), un fondo destinato al sostegno economico delle proteste contro l’ampliamento di Camp Schwab, una base militare Usa sulla costa centro-orientale dell’isola di Okinawa, a oltre 1500 km a sud di Tokyo. Il fondo è stato creato con le donazioni di imprenditori, politici locali e celebrità di portata internazionale come Miyazaki e nazionale come il co-presidente della fondazione, Shuntaro Torigoe, volto noto della tv e del giornalismo.

«La smilitarizzazione di Okinawa – ha scritto Miyazaki in un messaggio pubblico diffuso dopo la sua nomina – è di vitale importanza per la pace di tutta l’Asia orientale». La nomina del maestro degli anime alla presidenza dell’ente è un segno dell’ambizione del movimento ad allargare la propria rete e per esercitare pressione sugli organi che contano. Miyazaki non è nuovo all’impegno politico. Nel 2003 rifiutò di ritirare l’Oscar vinto con La città incantata in segno di protesta contro l’intervento Usa in Iraq.

Nel 2013 era stato poi tra i firmatari di un Libro bianco per lo spostamento delle strutture militari americane fuori da Okinawa. Al quotidiano locale Okinawa Times, Miyazaki ha spiegato: «Dal momento che la popolazione locale è determinata nella lotta contro le basi Usa, da parte mia non posso che dare il mio sostegno». Nei piani del governo giapponese, Henoko dovrà ospitare strutture, mezzi e personale della base aerea di Futenma, una struttura controversa situata in pieno centro abitato a Ginowan, a pochi chilometri da Naha, capitale dell’isola. La base salì agli onori delle cronache nel 1995 quando tre militari americani lì di stanza rapirono e stuprarono una dodicenne giapponese. Camp Schwab si trova invece in una località relativamente poco abitata ma affacciata sulla baia di Oura, un’area importante – spiegano gli ambientalisti – dal punto di vista naturalistico: la sua barriera corallina ospita decine di specie di granchi, pesci e mammiferi marini come i sempre più rari dugonghi.

Con l’inizio dei lavori di espansione della struttura militare a gennaio del 2014 – accusano gli attivisti locali – alcune zone della barriera corallina sono state definitivamente compromesse. Takeshi Onaga, governatore provinciale eletto a novembre scorso con una piattaforma elettorale antibasi, aveva perciò ordinato a marzo scorso lo stop a tutti i lavori nell’area.

La voce del governatore non è però mai arrivata a Tokyo e tantomeno a Washington. E sulla questione piovono nuove critiche su Abe: come spiega il costituzionalista Sota Kimura dalle colonne del settimanale Shukan Kinyobi, il governo starebbe violando la costituzione. In casi come quello di Henoko, spiega Kimura, il governo non può prescindere dal giudizio della popolazione locale via referendum.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.



I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento