La musica, da che mondo e mondo, è gioia e condivisione. Non è mai stata né separazione né conflitto, anche nelle sue esperienze radicali. Se gli stragisti del Bataclan come i kamikaze che si lasciano esplodere nei mercati e nelle piazze, irachene, turche, libanesi, africane, uccidendo uomini e donne inermi, spegnendo per sempre il loro vociare per Glenn Gould fascinosamente “contrappuntistico”, avessero ascoltato più musica che sballate teorie propagandistiche forse avrebbero imbracciato altri strumenti e a mitragliare non sarebbe stato un kalaschnikov ma le note di un contrabbasso. Nessuno sarebbe rimasto schiacciato a terra e tutti avrebbero continuato a ballare:...