Kiev: «Nazismo e comunismo sono uguali»
Ucraina Passa la legge: vietata l'ideologia comunista. E il leader di Settore Destro diventa consigliere del capo di Stato maggiore
Ucraina Passa la legge: vietata l'ideologia comunista. E il leader di Settore Destro diventa consigliere del capo di Stato maggiore
E alla fine arrivò la legge: per l’Ucraina nazismo e comunismo sono la stessa cosa. La Rada, il parlamento ucraino ha approvato a larga maggioranza (254 a favore su 307 presenti) un progetto di legge governativo che mette sullo stesso piano comunismo e nazismo vietando i loro simboli, la loro propaganda e la negazione del loro carattere «criminale». Chi trasgredisce, può finire in carcere, per 5 anni.
Non solo, perché il parlamento ha anche deciso di commemorare ufficialmente i combattenti dell’Upa. Si tratta di quell’«armata insurrezionale ucraina» che collaborò con i nazisti durante la seconda guerra mondiale. Il loro capo era Bandera, celebrato ogni anno come eroe nazionale da gran parte dei gruppi che hanno dato vita alla Majdan.
Quello appena effettuato da Kiev è un passaggio prevedibile (era già stato messo fuori legge il partito comunista), frutto dell’avvicinamento dell’Ucraina a Europa e Nato, del conflitto con le regioni orientali, e sintomo di un revisionismo storico che ha colpito da tempo molti paesi ex repubbliche sovietiche.
Questa decisione ha creato un’immediata reazione da parte del centro Wiesenthal in Israele. Il direttore del Centro, Efraim Zuroff, l’ha definita «mistificatoria e oltraggiosa»; una legge con la quale i «i nazionalisti ucraini -come quelli baltici- prendono in giro il mondo», con l’intento di trasformare i «carnefici in vittime».
Chi invece approverà senz’altro è la Polonia, che dal 2010 ha messo al bando «la simbologia comunista». Ieri il presidente polacco Bronislaw Komorowski ha promesso in un intervento al parlamento ucraino che Varsavia continuerà ad aiutare Kiev e «farà tutto il possibile affinché altri stati e popoli del libero mondo occidentale tendano le proprie mani verso l’Ucraina». Komorowski – che ieri ha incontrato il presidente ucraino Petro Poroshenko – ha inoltre dichiarato che combattendo i separatisti filorussi del sud-est ucraino, l’esercito di Kiev difende non solo il territorio del proprio paese ma l’intera Europa dal «risveglio del pensiero imperialista».
La Rada, per altro, ha anche deciso di rendere pubblici gli archivi segreti dal 1911 al 1991, che ora saranno accessibili al pubblico, mentre è stato bloccato il tentativo dei gruppi più a destra del parlamento, di far passare una legge sulla nazionalizzazione delle proprietà russe.
Uno dei leader dei nazionalisti in parlamento, Oleg Liashko aveva motivato la sua iniziativa con il fatto che Mosca è considerato «Paese aggressore». Dopo essere stata messa al voto per tre volte, la proposta ha ottenuto al massimo 190 voti, sotto il quorum di 226 voti.
Tutto questo è accaduto nei giorni in cui la nomina del capo di Settore Destro, Dimitri Yarosh, a consigliere del capo di Stato maggiore dell’esercito ucraino, pare preoccupare molti, compresi alcuni media internazionali. Nei giorni scorsi la Bbc si è interrogata al riguardo: la nomina di un esponente, il leader, di un gruppo dichiaratamente neo nazi, può essere un problema per l’Ucraina? Domanda retorica, perché – mentre si diffondono le voci circa i preparativi per una nuova offensiva in Donbass da parte dell’esercito di Kiev – lo spettro ipernazionalista politco ucraino è sempre più saldo.
E mentre si consuma la guerra tra oligarchi, le posizioni dei combattenti, sul mercato dei miliardari desiderosi di avere, come i veri signori della guerra, un esercito a propria disposizione, cresce d’importanza. La mossa di Kiev su Yarosh potrebbe essere un chiaro sintomo di una difficoltà da parte del governo di gestire eventuali proteste, contro una presunta «mano morbida» di Kiev sul Donbass. Intruppare uno dei battaglioni più feroci e più «celebri», potrebbe dunque rappresentare il tentativo di fare propria anche l’istanza più «patriottica».
Si tratta di una cosmesi politica di difficile realizzazione: lo stesso Yarosh, così come Settore Destro, si è sempre espresso anche con estremo scetticismo nei confronti dell’Europa, segnale che non tutto il fronte Majdan, come ampiamente registrato in questo anno e mezzo di guerra civile, non è allineato sulle stesse posizioni.
Il problema è – semmai – posteriore: come assicurarsi che Settore Destro operi all’interno di decisioni davvero prese dallo stato maggiore dei militari ucraini. I membri del gruppo, infatti, avrebbero già fatto sapere che nonostante la nomina di Yarosh, continueranno a godere di massima indipendenza.
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