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Khvicha Kvaratskhelia, l’astro di Napoli nel segno di Maradona

Khvicha Kvaratskhelia, l’astro di Napoli nel segno di MaradonaKvara segna il gol del vantaggio in Napoli Atalanta 2-0 – foto Ansa

Calcio Il fuoriclasse georgiano è stata la scommessa -vinta - del club partenopeo: 12 gol e 10 assist sotto porta

Pubblicato più di un anno faEdizione del 18 giugno 2023

Kvaratskhelia! Kvaravaggio! Kvaradona! Al suo debutto sui palcoscenici europei, il primo anno in uno dei campionati top five, ha vinto il trofeo di miglior giocatore della serie A assegnato dalla Lega Calcio e quello dell’Uefa come miglior giovane della Champions League oltre a contribuire con 12 gol e 10 assist allo scudetto del Napoli, la città dove è approdato quasi un anno fa e che l’ha subito adottato, amato, vezzeggiato. Viene da lontano, dalla Georgia, stato del Caucaso meridionale, con quasi 4 milioni di abitanti e un’estensione come l’Italia meridionale (da Napoli a Reggio Calabria), affacciata sul Mar Nero, da secoli gran produttore di vino (e di lottatori, già apprezzati dagli antichi romani), soprattutto terra natìa di Josip (Giuseppe) Stalin, il figlio del calzolaio poi dittatore dello stato socialista (alle sue foto giovanili di profilo somiglia il ventiduenne Khvicha Kvaratskhelia, stesso ciuffo di capelli in avanti e leggera barba, forse è solo suggestione storico-territoriale). «Bandiera rossa, color di vino, viva Stalino, viva Stalino».

ALTRI GIOCATORI georgiani, Kaladze nel Milan (oggi sindaco della capitale, Tbilisi) e Mchedlidze dell’Empoli, hanno calcato i campi della penisola negli scorsi decenni però nessuno ha fatto una stagione così sbalorditiva, facendo innamorare partenopei e non, con uno strepitoso repertorio di finte, dribbling, tunnel, colpi di tacco, tiri al volo; una caratura da fuoriclasse in evoluzione. Soprattutto ha fatto volare la fantasia, col suo dribbling perenne, coi suoi tocchi imprevedibili e vellutati, con le sue sfide uno contro uno viste solo al campetto o in strada, quasi un ritorno alla bellezza originaria del calcio, una versione aggiornata di George Best o Gigi Meroni, stelle indimenticabili anni ‘60, ai tempi di Neymar e Insigne (lo scugnizzo che ha sostituito in formazione e nel ruolo). La grande personalità e fantasia del numero 77 azzurro (cristiano ortodosso che si fa il segno della croce all’ingresso in campo) travolge anche la fredda motivazione di MVP del campionato, «il sistema di rating, brevettato nel 2010, considera non soltanto i dati statistici e gli eventi tecnici, ma anche i dati posizionali. Ciò permette di analizzare aspetti cruciali come il movimento senza palla e dunque i movimenti ottimali, le scelte di gioco, il contributo all’efficienza tecnica e fisica della squadra, che permettono una valutazione oggettiva e qualitativa della prestazione».

IN VERITÀ Kvaratskhelia si scrive così solo dal 2002, con la traslitterazione dell’alfabeto georgiano in segni grafici latini; in originale è composto coi caratteri tondi e aggraziati (le gambette in su, in giù o di lato) delle tre scritture cartveliche – mkhedruli, asomtavruli e nuskhuri – riunite oggi in un solo alfabeto con trentatre lettere e un’ortografia fonemica. Naturalmente il suo nome, con aspre fricative, è piuttosto difficile da pronunciare per gli abitanti della capitale del mezzogiorno che si sono arrangiati con Karaschella, Varakzelia, Carascheglia e i più «creativi», Chiarastella e Carascella (con riferimento al suo aspetto magro, alto e longilineo, in napoletano un tipo così viene spesso definito scellone) salvo dimostrargli affetto totale e incondizionato dopo le sue prime prove esaltanti. All’esordio, contro il Verona, ha sfoderato il colpo di testa vincente e la domenica seguente, la prima doppietta contro il Monza, destro a giro e sinistro nell’angolino. Poi un altro supergol, tiro al volo, contro la Lazio. Invece in Champions ha fatto ammattire la difesa del Liverpool con esterni deliziosi, stop e giravolte. E segnò di piattone contro l’Ajax. Tutta la sua stagione è stata davvero incantevole, ambidestro con buona accelerazione e ottimo finalizzatore, ogni volta con la palla al piede provava a inventare magìe, anche se non sono mancati momenti di blackout o difficoltà per il ragazzo che l’anno scorso giocava nella Dinamo Batumi, squadra della massima serie georgiana, dove era tornato di gran fretta, dopo aver ricevuto minacce perché continuava a giocava nel Rubin Kazan, nel campionato russo, dopo l’invasione dell’Ucraina. Il Napoli lo seguiva da anni e poi l’ha comprato per 10 milioni.
Una versione aggiornata di George Best o Gigi Meroni, stelle anni ’60

LA CONSACRAZIONE assoluta è arrivata a marzo 2023 contro l’Atalanta, gol già entrato negli annali come Kvarashow : una veloce serpentina evitando i difensori che corrono come camerieri per evitare un disastro. E lui, freddo e ossessivo, ricama una virata a destra e poi una a sinistra, fintando il tiro e ripetendo per due volte col pallone attaccato al piede e mandando gambe all’aria gli avversari frenetici e concludendo con un gran destro sotto la traversa. Il fermo immagine tv mostra l’assembramento di 4 maglie nerazzurre davanti e 2 laterali che si accalcano davanti al solo azzurro, autore di un autentico capolavoro «e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare». Da allora i difensori raddoppiano e triplicano su di lui ma il pubblico napoletano lo invoca a gran voce restando col fiato sospeso in attesa dell’esplosione di gioia, dell’invenzione del suo talento, aggirare il marcatore o saltarlo con la punta della scarpetta, far sognare i tifosi allo stadio e in tv. Kvaratskhelia! Kvaravaggio! Kvaradona! è il titolo di un documentario realizzato da Geo Team (reperibile su Youtube) con una lunga intervista alla nuova stella del calcio giorgiano che ha fatto tanto bene anche in Nazionale (10 reti in 20 presenze), con quella sua aria da antidivo, da ragazzo modesto pronto a migliorarsi, che si racconta anche nel cortometraggio Kwara on fire.
Questi due filmati si interrogano sulla esplosiva passione per il calcio dei napoletani, dalla parte dei georgiani che hanno riempito voli charter e tribune dello stadio Maradona per ammirare il loro idolo, l’ala sinistra che fa pubblicità a tutta la Georgia. E fioccano anche i libri su di lui: Kwara, il ragazzo magico di Jvan Sica (Ultrasport, 180pg, 14,90 euro) e Kvaradona, un miracolo georgiano di Emanuele Giulianelli (Fandango Sport, 200pg, euro 16). Su Radio Kiss Kiss a tutte le ore, va il refrain «Kvara, Kvara, cu te into ‘o campo/, mo’ nisciun tene scampo/ Kvara, Kvara, che r’e che r’e/ di ‘sta città mo’ si ‘o re».

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