Si sono ritrovati in centinaia tra abitanti, attivisti palestinesi, internazionali e ‎pacifisti ebrei, ieri a Khan al Ahmar, il villaggio beduino che Israele intende ‎demolire assieme alla Scuola di Gomme, per celebrare la decisione presa giovedì ‎sera da un giudice della Corte Suprema che ha bloccato fino all’11 luglio i propositi ‎del governo Netanyahu. Decisione che potrebbe essere il risultato delle pressioni ‎dell’Ue e dell’Onu per impedire il trasferimento con la forza della comunità dei ‎Jahalin che, sottolineava ieri Amnesty International, rappresenta un crimine di ‎guerra. Il ricorso alla Corte Suprema è stato presentato dopo il mancato esame da ‎parte del governo di un piano di “regolarizzazione” del villaggio – “illegale” ‎secondo le autorità di occupazione – proposto dai suoi abitanti. L’esecutivo ‎israeliano è chiamato a rispondere mercoledì. Subito dopo la Corte deciderà sul da ‎farsi. A Khan al Ahmar almeno per un giorno è stata festa ma la comunità beduina ‎sa che il governo Netanyahu – in particolare il ministro della difesa Lieberman – non ‎rinuncerà alla demolizione del villaggio fondamentale per i piani di espansione delle ‎colonie ebraiche in quella zona, nota come E1, tra Gerusalemme e Gerico. (mi.gio)‎