Lavoro

Key4Up e Overing, a Terni lo sciopero paga

Key4Up e Overing, a Terni lo sciopero pagaLavoratori di un call center

Call Center Operatori assunti dopo le proteste

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 21 aprile 2015

Dopo un mese di sciopero continuativo, licenziamenti annunciati, stipendi non pagati, tavoli in prefettura e assemblee, i lavoratori dei call center Key For Up e Overing hanno preso visione della prima stesura del contratto ponte che dovrà condurli alla stabilizzazione. Almeno secondo quanto concordato con le rappresentanze sindacali Cgil, Cisl e Uil.

L’azienda, a fine marzo, ha ritirato i licenziamenti minacciati in precedenza, pagato gli stipendi arretrati e rateizzato i contributi non ancora versati, ripristinando così le condizioni per la ripresa dell’attività lavorativa. Si tratta però solo di un intervallo della vertenza, poiché con la fine dello sciopero è iniziata la trattativa sindacale vera e propria. Gli operatori Key For Up, in virtù di un accordo territoriale, hanno infatti una paga oraria molto più elevata della media nazionale, e per l’azienda la cosa non è più sostenibile.

«L’obiettivo – commenta Matteo Lattanzi della Filcams Cgil – è un accordo che preveda ferie, maternità e diritti. Dobbiamo però sapere quanti soldi saranno messi a disposizione delle aziende che stabilizzano i dipendenti, per questo siamo in attesa del decreto attuativo del Jobs Act. Assumendo quelli che ad oggi sono collaboratori a progetto, la proprietà del call center potrebbe infatti usufruire di importanti sgravi fiscali riconoscendo ai lavoratori diritti che attualmente non hanno».

Nel call center tuttavia di stabilizzazione si parla almeno dal 2009, quando la Cgil denunciò l’insussistenza delle condizioni per la stipula di contratti a progetto. «In quell’occasione venimmo isolati – racconta Maura Mauri, all’epoca segretaria del Nidil-Cgil di Terni – e la richiesta di stabilizzare i lavoratori non fu raccolta nemmeno dalle altre sigle sindacali, che preferirono l’accordo separato».

Nel frattempo però anche la Direzione provinciale del Lavoro ha contestato all’azienda la natura giuridica del contratto a progetto, riscontrando le condizioni della subordinazione lavorativa.
L’Inps, in base a tale pronunciamento, ha così ricalcolato l’importo contributivo, poiché per i lavoratori dipendenti i contributi sono più alti di quelli dei collaboratori a progetto.

Adesso per l’azienda, che ha ottenuto una temporanea sospensiva del pagamento, potrebbe essere davvero conveniente stabilizzare i dipendenti. Il rischio, altrimenti, sarebbe quello di dover pagare tutti i contributi derivanti dal mancato riconoscimento della pregressa condizione di lavoro dipendente.

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