Non volava una mosca l’altra sera all’Opera di Firenze en attendant sua maestà Keith Jarrett. E continuerà a non volare per tutta la durata dell’esibizione, unica data italiana della nuova tournée (a sei mesi dall’uscita napoletana al San Carlo), due tempi serrati di 45 minuti, piano solo e solo improvvisazione. E solito cerimoniale. Porte chiuse, i ritardatari peggio per loro, niente foto, cellulari spenti, niente riprese video e audio, ovvio, e guai a chi tossisce. Altrimenti succede come a Parigi, che si alza e se ne va. Ma a Firenze, Keith Jarrett, settanta anni lo scorso maggio, due nuovi album...