Il protocollo da riscrivere e le bolle che scoppiano. L’ennesima puntata su Juventus-Napoli, non giocata domenica con la squadra campana costretta dall’autorità sanitaria regionale all’isolamento fiduciario per 14 giorni (due i positivi, Zielinski ed Elmas, oggi altri tamponi) stavolta riguarda il club bianconero.

Precisamente, sette atleti che hanno deciso di non rispettare l’isolamento fiduciario partito sabato nell’hotel di proprietà del club (un positivo nello staff esterno della società torinese, non in contatto con atleti e staff tecnico). Cinque, tra cui Cristiano Ronaldo, per unirsi alle nazionali, anche se in attesa dell’esito del secondo tampone e così anche Buffon e Demiral, tornati alle loro abitazioni.

La bolla è evaporata dopo appena due giorni, l’Asl di Torino, informata dalla Juve, ha proceduto alla segnalazione alla Procura di Torino, per gli atleti c’è il rischio – oltre alla figuraccia, poche ore prima del rompete le righe il presidente Andrea Agnelli teneva a precisare che la Juve è abituata a rispettare le regole – di una multa da 400 euro. Dettagli, certo, ma è il segnale di una certa tensione e di una stretta ai controlli.

Un altro indizio è arrivato dal centro tecnico di Castelvolturno, scelto dal Napoli per l’isolamento fiduciario dei suoi atleti, visitato ieri da ispettori della federcalcio, alla ricerca di eventuali violazioni alla quarantena cui sono costretti i calciatori. Il Napoli ha fatto sapere che si trattava di un controllo di routine ma pare che i calciatori azzurri abbiano preso assai male che alcuni colleghi juventini abbiano lasciato il luogo designato per l’isolamento per tornarsene a casa.

Che è poi l’umore generale dei calciatori di Serie A (al Genoa ancora positivi in 17 su 22): animi surriscaldati, in molti non accetterebbero di vivere in una bolla, lontani dalle famiglie, sommersi dai controlli. Ora la tensione si è spostata a casa Inter: tamponi per tutti dopo l’accertata positività (preceduta da un test negativo) del difensore Bastoni, assieme al collega di Under 21 Carnesecchi.

E a proposito di animi incendiari, c’è stata la replica di Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute che ha replicato al ct dell’Italia, Roberto Mancini, favorevole alla riapertura degli stadi senza un tetto di spettatori: «E’ una affermazione destituita di ogni fondamento scientifico – ha detto Ricciardi -, lui ha citato paesi come la Polonia, che è uno degli stati che sta peggiorando più rapidamente, non un esempio da addurre».

Ma Ricciardi ha anche spiegato che il protocollo sanitario per il calcio italiano, stilato a maggio con il virus meno aggressivo, va rivisto e che il campionato è a rischio, per l’incremento della curva dei contagi. A questo starebbe lavorando assieme la Federcalcio, la Lega di Serie A e il ministero dello sport, ipotizzando, come detto dal numero uno della Figc, Gravina, in estate, un format con playoff e playout, con un calendario meno compresso, per reggere il flusso di positivi e le partite da rinviare.