La storia della Juventus nella Champions League (fino al ’92 denominata Coppa dei Campioni) è la prova che esiste quelque part quella che Gianni Brera battezzò Eupalla, Dea e insieme Musa del gioco del calcio, come tale imprevedibile. I numeri sono impietosi: appena due finali vinte (1985 e 1996) su nove disputate, peggio del Benfica su cui pesa tuttora il celebre anatema pronunciato da Béla Guttmann in procinto di andarsene dal club per disaccordi economici dopo la vittoria, nel ’62, sul Real di Di Stéfano e Puskas. Ma a parte i capricci di Eupalla, non esistono teorie in grado di...