Portiere segna rigori (e punizioni) entra in politica. Non è certamente il primo calciatore a provarci, a Verona tra qualche giorno c’è l’ex Roma Damiano Tommasi che corre da sindaco al ballottaggio, ma la curiosità è tanta intorno a Josè Chilavert, storico portiere del Paraguay, candidato alle presidenziali del suo paese in programma il prossimo anno. Già in campo Chilavert, storico amico di Diego Maradona, era una specie di condottiero, un leader in verità assai poco calmo, ma di grande impatto su compagni e avversari. La sua specialità, più che parare, era il piede caldo su penalty e punizioni dal limite dell’area, con decine di reti (oltre 60 a referto), anche in Europa con il Real Saragozza e poi lo Strasburgo e soprattutto al Velez Sarsfield.Chilavert è una di quelle leggende tutte sudamericane, quasi impossibili da capire fino in fondo in un contesto calcistico e culturale così differente come quello europeo, dove infatti si sono fatti notare poco o nulla. Lui come El Loco Abreu, ultraquarantenne uruguaiano che colleziona squadre (oltre 30), oppure Juan Roman Riquelme, il sublime numero dieci del Boca, unico erede di Maradona nel cuore degli argentini ma poco apprezzato al Barcellona.

UNA LEADERSHIP spiccata, un rapporto con il gol che è spuntato da bambino, prima che il fratello lo spedisse sempre in porta nelle partitelle tra amici. Il resto è storia, la storia di un portiere che ha interpretato il ruolo in modo diametralmente opposto rispetto agli standard europei. Lui più di Renè Higuita o il messicano Campos, non certo un fulmine tra i pali anche per la stazza, ma con un sinistro tirato a lucido, così ricercato nel calcio moderno che richiede all’estremo difensore qualità tecniche spiccate per far partire l’azione da dietro. In Sudamerica, dove è tuttora venerato, pensano – senza prodursi in accostamenti blasfemi – che il suo sinistro valga almeno il famoso piede destro di David Beckham.Il carattere dell’ex portiere del Paraguay è di quelli risoluti: nelle due edizioni di Coppa del Mondo a cui ha preso parte (1998 e 2002) si segnalò per la rissa con il colombiano ex attaccante del Parma, Faustino Asprilla e anche per lo sputo al terzino brasiliano ex Inter, Roberto Carlos, che aveva insultato i suoi compagni di squadra.

UNA VOLTA lasciato il calcio e messo su (almeno) una ventina di chili, ora Chilavert si propone ai paraguaiani con il suo disegno politico: investimenti nell’educazione, nel welfare, energia e infrastrutture, ma spazio anche allo sviluppo economico, sicurezza e uguaglianza, difesa dei diritti delle donne. Un uomo del popolo, l’annuncio della corsa per le presidenziali è avvenuto dal suo account Twitter dove è ripreso tra la gente. Oltre venti anni fa El Bulldog (il suo soprannome, ma è noto anche come El Gordo) rivelava il suo impegno «politico», rinunciando alla partecipazione alla Coppa America organizzata in Paraguay perché quei fondi stanziati per il torneo avrebbero potuto essere investiti invece in istruzione e scuole.