Europa

Johnson alla prova vaccino, via alla somministrazione

Johnson alla prova vaccino, via alla somministrazione

Gran Bretagna Garanzie alla Pfizer di non finire in tribunale nel caso sorgessero problemi

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 8 dicembre 2020

Primi ad approvare, secondi a vaccinare, almeno in occidente. Dopo il nulla osta concesso sgommando e con consistente anticipo su Stati Uniti e Unione Europea – ma non sulla Russia che ha iniziato sabato scorso a somministrare un vaccino anti-Covid non testato appieno e, naturalmente, sulla Cina – oggi in Gran Bretagna comincia la Grande Immunizzazione.

Sono arrivate le prime 800mila dei 4 milioni di dosi che il governo aspetta entro la fine dell’anno. La vaccinazione consta di due iniezioni, da farsi a distanza di tre settimane. Una volta ricevuta la prima, verrà rilasciata una sorta di tessera che ha la funzione di ricordare al paziente di recarsi a fare il richiamo e non, come si è speculato, quella di patentino d’immunità. I primi a sottoporvisi saranno i lavoratori ospedalieri, gli ultraottantenni e il personale di assistenza nelle case di cura in tutte le quattro nazioni che compongono il Regno raggiunte dal vaccino Pfizer-BioNTech: Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord. La distribuzione è partita da cinquanta ospedali e si avvarrà della collaborazione dell’esercito. Già attivamente coinvolto nella gestione dei centri dove si effettuano i tamponi, adesso provvederà anche al trasporto dal Belgio delle fiale del vaccino con voli, appunto, militari, essendo al contempo alle ultime battute l’infelice trattativa con i ventisette sull’uscita dall’Ue, che in caso di mancato accordo trasformerebbe quasi certamente Dover in una kafkiana distopia dell’autotrasporto.

Né aiuta il fatto che il vaccino si conservi a temperature ultraglaciali – settanta gradi sottozero -, sia confezionato in lotti da un migliaio scarso di dosi l’uno, che possa essere trasportato solo in quattro successive riprese, che le singole partite vadano suddivise con accortezza e che resista in un frigorifero convenzionale solo quattro giorni. Anche per questo la precedenza assoluta di queste ore è riservata a chi dei gruppi sopraindicati può ancora muoversi, pur con difficoltà: gli ultraottantenni e i lavoratori ospedalieri. Le case di riposo lo riceveranno in un secondo momento, probabilmente la settimana prossima, sperando nel frattempo che anche i vaccini Oxford/AstraZeneca e Moderna – che non necessitano di conservazione criogenica – siano altrettanto celermente approvati. Seguiranno tutte le altre categorie suddivise in base ad età e vulnerabilità.

La novantaquattrenne coronata e il 99enne consorte non salteranno la fila, come aveva già fatto il delfino Charles con il tampone, mesi addietro. Tra gli immunizzati figurano anche gli immunizzatori, stavolta contro le denunce: il governo ha garantito alla Pfizer – come anche a tutto il personale medico – che nessuno potrà trascinarli in tribunale in caso il vaccino risulti problematico.

Nonostante l’oggettiva necessità e urgenza imposta dai diecimila decessi globali al giorno, non tutti esultano dell’immunizzazione di massa. Il nutrito drappello nazionale di irriducibili nemici della profilassi è in espansione, aumentato del 19%: 7,8 milioni di persone solo quest’anno, come anche i perplessi e gli attendisti. Un sondaggio del cosiddetto Vaccine Confidence Project (VCP) dell’Università di Londra ha riportato un magro 42% di interpellati che si sottoporrebbero senza esitazione alla vaccinazione, ben al di sotto del 55% necessario per creare la mitologica immunità di gregge. Sono dati per i quali ringraziare anche i più lunatici tra gli isolazionisti di questo governo, che durante lo tsunami propagandistico pro-Brexit mettevano in dubbio «i pareri degli esperti».

È chiaro il disegno di Johnson, storico (in tutti i sensi) dilettante al pandemico sbaraglio: trasformare la sua personale Dunkirk sanitaria da débâcle in una vittoria sull’invasore virale del paese nel suo complesso. Non a caso ha ribattezzato la giornata di oggi come V-Day, il giorno della gloriosa Vittoria sul Vaccino, un’idea sicuramente sua e non del trombato Cummings. Peccato che cadrà in contemporanea con quel B-Day che si attende spasmodicamente da quattro anni. B come Brexit: così labiali, così lontane.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento