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John Le Carré, il cinema che venne dal freddo

John Le Carré, il cinema che venne dal freddo

I film Grandi interpreti delle sue spie sono stati Richard Burton, Sean Connery, Alec Guinnes, Pierce Brosnan e Gary Oldman

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 19 dicembre 2020

Ho incontrato John Le Carré due volte, tutte e due le volte a Liverpool. Un vero gentiluomo che i suoi amici chiamavano David – dal suo vero nome, David Cornwall. A quel tempo un mio professore universitario aveva scritto un libro su di lui e Le Carré aveva dato il nome del mio professore ad un suo personaggio. Nella descrizione di questo personaggio Le Carré aveva infilato anche qualche critica velata: il critico era capace di notare il complotto più sottile ma non riusciva a vedere la verità se messa davanti ai suoi occhi. Così. Ciò divenne ancora più straordinario quando filmarono il romanzo – La Casa Russia – e il nostro professore venne interpretato da Sean Connery.

In realtà, ho conosciuto Le Carré sullo schermo molto prima di incontrarlo dal vivo o di leggere i suoi libri. La Spia che venne dal freddo uscì nelle sale nel 1965 – un film anti-007. Ecco le spie di Le Carré: alcolizzati, pieni di dubbi, deboli e compromessi. Richard Burton – il mio attore preferito dopo Sean Connery – appariva ben lontano dal glamour della sua vita straordinaria con Elizabeth Taylor. Il suo personaggio – Alec Leamas – era un disastro – «a crumpled mess» – che fingeva di tradire il suo paese solo dopo aver tradito i suoi principi. Per vincere la guerra fredda era necessario rinunciare alla moralità che giustificava l’ideologia che avrebbe dovuto difendere. Ecco la lezione.

Più che sul grande schermo abbiamo visto Le Carré sul piccolo schermo della BBC. Una produzione di grande prestigio Tinker, Tailor, Soldier, Spy – in Italiano La Talpa – diede ad Alec Guinness un ruolo superbo. Interpretava Smiley, l’uomo grigio, tranquillo, silenzioso che sembra più un professore che un agente segreto. Un uomo che fallisce nella vita privata – sua moglie lo tradisce – ma che allo stesso tempo dedica le sue energie a sconfiggere la sua controparte nel KGB. Il successo della serie fu seguito da Tutti gli Uomini di Smiley in cui Smiley finalmente affronta il suo nemico, Karla, interpretato da Patrick Stewart; soltanto sfruttandone l’umanità potrà raggiungere la vittoria. Non c’è superiorità morale. Non ci sono battute, e poche armi segrete. Un segno in gesso su una panchina del parco è il massimo della tecnologia. Il centro dei servizi segreti britannici si chiama il circo ma solo perché è situato vicino a Cambridge Circus a Londra. Non ci sono né magia né leoni.

Con la fine della guerra fredda, i film di Le Carré vengono mostrati nel resto del mondo e ben presto arrivano altri pericoli. Nel 2001, Il Sarto di Panama, l’ex 007 Pierce Brosnan indaga un complotto latino-americano, invenzione di Geoffrey Rush. Il film anticipa come molti servizi segreti gonfino false minacce – ‘armi di distruzione di massa’ – per giustificare le loro azioni. Nel 2005, in The Constant GardenerLa Cospirazione Ralph Fiennes è un funzionario dell’Alto Commissariato Britannico in Kenya che, tramite le indagini sulla morte di sua moglie (Rachel Weisz) scopre un complotto da parte di una compagnia farmaceutica che conduce esperimenti di farmaci pericolosi sulla pelle di popoli africani. Anche senza il KGB i nemici pericolosi non mancano. O i ‘Big Pharma’ o i servizi segreti oppure i mercanti di armi come nella serie televisiva Night Manager, interpretata da Tom Hiddleston e da una straordinaria Hugh Laurie.

Ma la visione di Le Carré diventò molto più ampia e profonda con il passare del tempo. Non era un problema specifico: in fondo tutto il sistema è corrotto. Il capitalismo ha vinto la guerra ideologica contro il comunismo ma perdendo il suo avversario è diventato quasi subito indisciplinato e selvaggio. Già con La Casa Russia nel 1990, non appena l’Unione Sovietica stava per crollare, Le Carré aveva previsto la direzione in cui stava andando la Russia. Bambino cresciuto nel dopoguerra, sapeva che è possibile vincere la guerra e perdere la pace.

Le Carré – ex-agente dei servizi segreti britannici – diventava con il tempo sempre più critico. John Boorman, il regista di Il Sarto di Panama ha descritto la vita di Le Carré a Land’s End in Cornovaglia – «L’angolo più lontano d’Inghilterra senza cadere in acqua». Le Carré rifiutò ogni onorificenza della società letteraria, delle istituzioni e della regina. Aveva la rabbia di un uomo intelligente, saggio, una rabbia quasi sacra. Una rabbia contro la guerra «al terrore» di Tony Blair e George Bush che svelò nel romanzo e film La Spia – A Most Wanted Man nel 2014. Racconta un’operazione ad Amburgo durante la quale Philip Seymour Hoffman tenta di reclutare un terrorista mentre il suo avversario più pericoloso è un agente della CIA (Robin Wright) che ha altre intenzioni.

Con il terrore del nuovo millennio era naturale che crescesse una certa nostalgia per i vecchi tempi. Gary Oldman prese il ruolo di Smiley nella nuova versione di La Talpa del 2011.Con la scenografia del film nel pieno degli anni settanta c’era il rischio che la visione di Le Carré diventasse quasi una parodia, ma il regista Tomas Alfredson mantenne la prospettiva acida del romanzo. Le Carré ha detto: «Non ho nostalgia per la guerra fredda. Ho nostalgia per la speranza che esisteva durante la guerra fredda. Speravo che quando fosse finita si potesse ridisegnare il mondo. Ma non lo abbiamo mai fatto. Abbiamo perso un’occasione».

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