Jim Reid: «Il rock non sparirà ma sarà come il jazz, per soli appassionati»
Intervista Parla il cantante dei Jesus and Mary Chain, il gruppo inglese si esibirà domani a Ferrara e poi a Roma
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«In realtà non mi importa molto. Mi piace certo pop e molta musica punk. Non mi dà fastidio che la gente dica che il nostro approccio è pop, punk o nessuno delle due. Conta solo se ti piace o meno». Jim Reid dice la cosa più sensata parlando dello stile dei Jesus and Mary Chain – la band con cui dagli anni ’80 calca i palchi di tutto il mondo insieme a suo fratello William – che si esibiranno il prossimo 18 giugno alla Nuova Darsena per Ferrara Sotto le Stelle e il 19 a Villa Ada per Roma Incontra il Mondo. Tappe italiane di un fitto tour europeo per il quale hanno messo a punto una scaletta che comprende pezzi di una quasi quarantennale carriera.
Il rock’n’roll è questo: prendere cose del passato e renderle rilevanti oggi. In generale, penso sia una forma d’arte basata sul riciclo Jim Reid
IL COVID non ha modificato il loro modo di proporsi sul palco: «Siamo sempre gli stessi, certo le difficoltà si sono moltiplicate perché c’è il rischio che alcuni di noi o la crew possano contagiarsi». Anche nel pubblico non c’è molta differenza: «Sembra che si sia tornati a prima della pandemia. Abbiamo fatto un tour a novembre e dicembre: tutti indossavano le mascherine ed era strano, ma la sicurezza viene prima di tutto. Adesso non lo fa più nessuno, ma è anche vero che quest’anno abbiamo suonato solo all’aperto». A partire da Psychocandy, il loro capolavoro del 1985, i JAMC sono sempre stati visti come un gruppo seminale per un certo sound degli anni ’90, come la scena shoegaze. «Lo spero, ma sono altri che devono dirlo: se ne parlassi io, sembrerei un po’ troppo pieno di me. Mi piace quando nuove band dicono di essersi ispirati a noi, come noi abbiamo imparato tantissimo dagli Stooges, dai Velvet Underground e dai Suicide. Il rock’n’roll è proprio questo: prendere cose del passato e renderle rilevanti per l’oggi. È quello che ha fatto Elvis e che hanno fatto i Beatles o i Sex Pistols. È deprimente quando la gente copia altre band, devi mettere te stesso nella musica. In generale, penso che il rock sia una forma d’arte basata sul riciclo».
LA WEBZINE «Pitchfork» ha parlato dei JAMC come di una band che poteva suonare forte senza bisogno di fare grandi scene sul palco e che era il suono a contare, non ciò che veniva suonato: «È vero, volevamo fare musica solo per noi, la musica che volevamo sentire. Ovviamente vuoi che le tue canzoni vendano, ma non è la ragione per cui le componi». Reid ha un’idea molto chiara sul futuro del rock: «Penso che il rock’n’roll sia oggi quello che il jazz era per le generazioni precedenti. Non credo che sparirà mai, ma non è più il mainstream. Un genere per appassionati: i giorni di gloria del rock sono passati e non torneranno». Interessante anche il riferimento all’ultima inquadratura di Lost in Translation di Sofia Coppola, che è tutta costruita sulla loro Just Like Honey: «La canzone e il film si adattavano perfettamente l’uno all’altra. Ci ha portato molti nuovi fan, è stata una gran cosa per noi». Per chiudere, Reid rivela che l’attesa per un nuovo album sta per finire: «Abbiamo iniziato a registrarlo prima del Covid, e abbiamo ripreso lo scorso novembre. Speriamo di averlo per l’inizio del prossimo anno».
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