«Jenufa», simbolismo dostoevskiano nella gabbia delle convenzioni sociali
Opera Il dramma musicale di Leoš Janácek al Teatro dell'Opera di Roma fino al 9 maggio. Con la regia di Claus Guth e la direzione di Juraj Valcuha
Opera Il dramma musicale di Leoš Janácek al Teatro dell'Opera di Roma fino al 9 maggio. Con la regia di Claus Guth e la direzione di Juraj Valcuha
Nel primo decennio del Novecento vanno in scena capolavori che hanno cambiato il teatro musicale. La Rusalka di Dvorák nel 1901 a Praga inaugura il secolo e chiude la stagione romantica. Nel 1902 a Parigi Pelléas et Mélisande di Debussy introduce la pratica di intonare un libretto in prosa. Nel 1904, a Milano Madama Butterfly di Puccini è un fiasco, ma oggi è tra le opere più rappresentate nel mondo; a Brno, dove Leoš Janácek era nato, Jeji pastorkyna (la sua figliastra) o Jenufa, com’è conosciuta nel mondo, è un trionfo. A Dresda la Salome di Richard Strauss viene acclamata nel 1905. Nel 1909 ripete il successo, sempre a Dresda, con Elektra.
PROPRIO Jenufa, dopo Kát’a Kabanová e Da una casa di morti, conclude il trittico di drammi musicali del compositore moravo che il Teatro dell’Opera di Roma propone al suo pubblico. Lo spettacolo viene dal Covent Garden di Londra, con la regia di Claus Guth, che fa subito piazza pulita dell’idea, sbagliata, secondo la quale il teatro di Janácek sarebbe realistico. È invece simbolico, il che rientra nella cultura del suo tempo. Tanto Debussy quanto Puccini e Strauss, pur essendo simbolisti mantengono elementi realistici; ma tutto dipende dal contesto in cui sono inseriti. A comprendere il senso profondo del teatro di Janácek la lettura di un romanzo di Dostoevskij aiuta più di un saggio musicologico o teatrale.
La redazione consiglia:
La passione di Kat’a Kabanová nell’incanto di Leoš JanácekJuraj Valcuha concerta la bellissima partitura con lucido senso della drammaturgia musicale. La sintonia tra orchestra e palcoscenico è totale, anche per lo splendido lavoro di squadra di tutta la compagnia. Cornelia Beskow è una struggente, straziante Jenufa, voce che trafigge cuore e cervello. Karita Mattila impersona il complesso personaggio della Kostelnicka, da grande attrice e raffinata cantante. Laca è Charles Workman, perfetto nel dare corpo e voce a un personaggio mai in accordo con sé stesso. Il fatuo Števa è tratteggiato con disinvoltura da Robert Watson.
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