Nella ricchissima scena berlinese, un teatro più raccolto e «storico» detiene ora il primato del glamour e della sperimentazione. E’ il Maksim Gorki Theater che in tempi Ddr era un auditorium molto «ufficiale», ora è una bella sala in classico stile Schinkel. È punta della sperimentazione da quando è alla direzione Jens Hillje, il dramaturg che ha ricevuto il leone d’oro all’ultima Biennale teatro di Venezia. Risulta interamente autore del nuovo lavoro di Yael Ronen, la regista israeliana di cui si sono visti anche in Italia altri spettacoli, tutti egualmente polemici, contro ogni pregiudizio, discriminazione, libertà. Rewitching Europe è sullo stesso filone, mescolando gravami ancestrali, che si raccolgono nella caccia alle streghe con le sue inumane conseguenze, a prospettive di vita futura, in un mix scenico che equilibra visioni arcaiche a un uso spregiudicato della tecnologia. Una sorta di sabba proficuo, dove femminismo, ecologia e egualitarismo si mescolano e sopraffanno pregiudizi e violenza. Un carosello di buoni propositi che almeno comunicano, nel regno dei conflitti, il sogno di una umana ricomposizione.
Jens Hillje contro tutti i pregiudizi
A teatro. La sperimentazione tedesca in «Rewitching Europe»

A teatro. La sperimentazione tedesca in «Rewitching Europe»
Pubblicato 3 anni faEdizione del 16 novembre 2019
Gianfranco Capitta, BERLINO
Pubblicato 3 anni faEdizione del 16 novembre 2019