Quando era piccolo, Jeff Koons rimaneva incantato dalle preparazioni delle feste di compleanno di sua madre. Palloncini, cappellini colorati e pupazzi gonfiabili decoravano la casa per rendere più allegra l’atmosfera. Una casa che già era meticolosamente «immaginata» nei suoi spazi dato che il padre – arredatore di interni per professione – non lasciava nulla al caso, sempre alla ricerca dell’oggetto perfetto. È qualcosa che non ha dimenticato nel tempo Koons e quella lezione di felicità (principio materno) o maniacalità nel controllo dell’estetica (principio paterno) ha modellato molte delle sue idee artistiche, ricreando in forma esageratamente gigantesca un mondo perduto, ma...