James Salter,  margini inafferrabili
Mitch Epstein, «Martha’s Vineyard Ferry I, Massachusetts, 1983»
Alias Domenica

James Salter, margini inafferrabili

Scrittori statunitensi Alla lingua, per lui «quasi sacra», lo scrittore americano ha subordinato sia la struttura sia i soggetti delle sue trame: in «Crepuscolo», i già maturi racconti di gioventù, da Guanda

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 12 giugno 2022
Stando a quanto annota nell’Arte di narrare (Guanda 2016), venne un momento in cui James Salter si rassegnò alla certezza che sarebbe stato sempre insoddisfatto di quanto scriveva; ma era una forma di consapevolezza, la sua, ancora di là da venire all’epoca in cui lavorava ai primi racconti, che gli sembravano, comunque, «niente di speciale». Per quanto si sforzasse di migliorarli, infatti, «non avevano una struttura ed erano troppo sinceri». Tuttavia, a ennesima dimostrazione dell’evidenza per cui il talento si manifesta precocemente, i racconti della gioventù di Salter, ora tradotti da Katia Bagnoli per Guanda con il titolo Crepuscolo e...
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