Una medaglia, magari un oro. Complicato, assai complicato, ma nulla può essere escluso a priori se si tratta di Marcel Jacobs e Gianmarco Tamberi. Il re dello sprint e del salto in alto di Tokyo 2020, il punto più alto dell’irripetibile estate italiana fatta di medaglie olimpiche in serie, il successo dell’Italia agli Europei di calcio, agli Europei di volley maschile e femminile. Obiettivamente, una sbornia. Il duo italiano affronta i Mondiali di Eugene (Stati uniti) con i riflettori puntati per l’exploit giapponese ma con un percorso di avvicinamento all’evento parecchio tortuoso, per diversi motivi. Per Jacobs – che scende in pista stanotte, l’eventuale finale è alle 3,50 – ci sono stati ostacoli in fila, una serie di infortuni fine a 2021, il rientro a febbraio con successo nei 60 metri indoor a Belgrado, poi la gastroenterite a inizio maggio con ricovero ospedaliero, fino al risentimento al gluteo delle scorse settimane che gli ha fatto saltare le ultime gare di preparazione al punto da mettere in dubbio per la trasferta statunitense. L’incognita, oltre alla condizione fisica dello sprinter italiano, è anche il cronometro: Jacobs nelle apparizioni del 2022 non è mai andato sotto i dieci secondi e ci sono avversari, come l’americano Kerley, che ha fatto segnare anche un 9’76, in apparenza fuori portata.

Il duo italiano affronta la competizione con i riflettori puntati per l’exploit giapponese ma con un percorso di avvicinamento all’evento parecchio tortuoso.

PER TAMBERI (che sarà in gara per il podio nella notte tra lunedì e martedì) invece ci sono state frizioni – non le prime negli anni – con il padre-allenatore. Un rapporto controverso che ha portato qualche giorno fa il campione italiano ad annunciare la separazione con il genitore, a pochi giorni dalla partenza per Eugene. E solo l’intervento della federazione (la Fidal) ha consentito di giungere a una tregua familiare e professionale per non vanificare mesi di lavoro per i Mondiali. In generale, Tamberi è poco sereno, forse pesa il trionfo di Pechino, l’aspettativa: agli Assoluti ha offeso platealmente un collega in pista e anche nel suo caso ci sono stati degli intoppi fisici nel processo di avvicinamento ai Mondiali. Insomma, i portatori di sogni dell’estate scorsa non partono assolutamente con i favori del pronostico, per quel che conta il pronostico. Ma Tamberi è un agonista e Jacobs ha lavorato a lungo con un mental coach per corazzarsi dal punto di vista mentale. Certo, sarà estremamente difficile anche solo ricreare l’atmosfera di poco meno di un anno fa ai Giochi di Pechino. I venti minuti più belli della storia dello sport italiano o giù di lì, prima l’oro di Jacobs nei 100 metri, a seguire l’oro vinto da Tamberi in tandem con il qatariota Barshim. Ma lo sport è il presente, oltre al ricordo delle imprese del passato, la parola passa alla pista.