Jack Garratt, il rosso hipster fa tutto da solo
Note sparse Ecco «Phase» dell’esordiente che la Bbc ha messo in cima alla lista dei nuovi talent
Note sparse Ecco «Phase» dell’esordiente che la Bbc ha messo in cima alla lista dei nuovi talent
Incuriosisce mezza Inghilterra coi suoi singhiozzi, con gli occhi sgranati da felici stupori giovanili e una serie di quadretti vagamente surreali. Jack Garratt deve compiere 25 anni il prossimo ottobre, la BBC lo ha messo in cima alla lista degli artisti emergenti e ha vinto un Brits Critics’ Choice Award, il premio che in passato è finito nelle mani di Adele, Florence + the Machine, Ellie Goulding, Emeli Sandé, Sam Smith, James Bay. Molto, per un artista che ha pubblicato l’esordio, Phase, solo 4 giorni fa, anche se preceduto da un singolo, Worry, di cui si è parlato molto. Prima c’erano stati due Ep: Remnants e Synesthesiac, (usciti rispettivamente alla fine del 2014 e nella primavera dello scorso anno), che rivivono in questo esordio.
Riservato, rossastro di capelli, barba lunga, un hipster di oggi, nato nel Buckinghamshire da un ufficiale di polizia e un’insegnante, Garratt presto si avvicina alla musica. Gli piace il blues, si confronta con l’r’n’b da adolescente. E impara a suonare diversi strumenti: la batteria, il pianoforte, la chitarra, l’ukulele, l’armonica e il mandolino. «Mi piace provare più strumenti possibili, esplorare e sperimentare territori completamente nuovi. È troppo divertente. Ho preso anche lezioni di trombone e violino da bambino», ha raccontato.
In effetti la poliedricità gli rimane e diventa un marchio di fabbrica. Ha scritto, arrangiato, cantato, suonato, prodotto e persino mixato in quasi totale solitudine le canzoni di Phase. Anche dal vivo si presenta con la chitarra, le tastiere, qualche percussione, il synth e i computer, a rimodellare i brani del disco, alternando sezioni suonate a momenti programmati, melodie pop e moderno soul dalla Gran Bretagna.
Per il Telegraph infatti pare un nuovo epigono di James Blake, più vicino però al mondo del pop, al quale ammicca spesso. Ed è proprio questo il neo di una carriera che sarebbe altrimenti partita con il piede giusto. Ed Sheeran e Sam Smith le alte simmetrie possibili, ed è un peccato perché Jack tra i suoi idoli cita Stevie Wonder, Tom Waits e la musica gospel. È bravo Garratt, lo ha dimostrato aprendo i concerti dei Mumford & Sons e all’Apple Music Festival. È anche determinato, il problema è forse che non ha ben chiaro se vuole diventare il nuovo Justin Timberlake o il nipotino di Bon Iver. Sa fare l’uno e l’altro.
Phase è stato registrato ai Limbo Studios di Londra ed è stato prodotto dallo stesso Jack in collaborazione, per alcuni brani, con Mike Spencer e Bastian Langebæk. In Gran Bretagna fa sold out un po’ ovunque, infatti stanno andando a ruba i biglietti del suo show alla Brixton Academy del prossimo 15 aprile. Negli Stati uniti si è già esibito più volte, piace molto. In Italia è passato un paio di volte ma come sideman di una band inglese sparita senza lasciare troppe tracce. Ora è pronto a portare il suo album d’esordio da noi, è infatti prevista un’unica data: il 20 maggio prossimo al Tunnel Club di Milano.
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