Politica

Italicum, Ncd e Forza Italia si contendono l’accordo col premier

«Se il governo non è eletto non è democrazia». Renzi ha giurato solo da pochi minuti ma Silvio Berlusconi si è già calato nel ruolo di un’opposizione di lotta e […]

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 23 febbraio 2014

«Se il governo non è eletto non è democrazia». Renzi ha giurato solo da pochi minuti ma Silvio Berlusconi si è già calato nel ruolo di un’opposizione di lotta e di governo. Il leader forzista da un lato mostra il suo volto «responsabile» sulle riforme, dall’altro non risparmia critiche al governo del segretario del Pd.

Un governo, prevede il Cavaliere, che non durerà. Perciò tiene i suoi sulla corda. In collegamento telefonico con due club «Forza Silvio», a Milano e Roma, decide di andare all’attacco dell’esecutivo appena insediato. «Una democrazia e un governo del popolo si hanno quando il governo è eletto dai cittadini. Se il governo non è eletto non è più democrazia», è la stoccata del Cavaliere, che parla di un’Italia «ingovernabile», con «un’unica via d’uscita: avere un solo partito che abbia la maggioranza assoluta alle elezioni e possa esprimere un proprio governo che cambi le istituzioni».

Anche perché, come Napolitano e molti altri, anche Berlusconi non crede a una legislatura di lungo periodo: «Non sappiamo quando succederà ma dobbiamo tenerci pronti» alle urne. Il punto di non ritorno sarà l’entrata in vigore della nuova legge elettorale pattuita con Renzi il 18 gennaio scorso. Una riforma che Ncd non vuole immediatamente applicabile. Non a caso Maurizio Lupi sottolinea l’esistenza di un impegno scritto, proprio da Renzi e Ncd, sull’applicabilità dell’Italicum solo dopo l’abolizione del senato. La pressione del Cavaliere è sempre alta anche sul fronte giustizia: una sua riforma «è in assoluto la prima cosa da fare».

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