Politica

Italia viva apre ai 5 stelle e chiude a De Luca. Che giura: «Io ci sarò»

Italia viva apre ai 5 stelle e chiude a De Luca. Che giura: «Io ci sarò»Vincenzo De Luca, presidente della Campania – LaPresse

Regionali in Campania I grillini escludono, il governatore ha il sì di De Mita. Che nel 2015 passò da destra a sinistra e lo fece vincere

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 28 novembre 2019

«Un passo indietro? Faremo dieci passi in avanti e io ci sarò»: così Vincenzo De Luca ha replicato ieri al parlamentare di Italia Viva Gennaro Migliore che, in un’intervista al Mattino, avevo chiesto al governatore campano di rinunciare alle regionali di maggio bollando la sua candidatura come «divisiva». Per poi sottolineare: «Serve un ragionamento aprendo alle parti più diverse, compreso M5s».

I tentativi di far desistere De Luca sono finiti nel vuoto. Anzi, il governatore sarà oggi nella capitale per mettere l’ultimo tassello alla fine del commissariamento della Sanità, cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. Intanto Cgil Cisl e Uil hanno annunciato una mobilitazione perché «insoddisfatti degli incontri con la regione su industria, sanità, terziario, scuola, territorio e precariato» proprio mentre i lavoratori di pubblica utilità e l’Usb occupavano la sede del Pd, visto che gli assessori regionali rifiutano di incontrarli.

Lunedì il governatore ha incassato l’appoggio di Ciriaco De Mita: l’attuale sindaco di Nusco nel 2015, in una notte, passò dal centrodestra al centrosinistra consentendo a De Luca di battere Stefano Caldoro. «Sgradevole che chi cambia partito venga a pontificare di cose sbagliate» è stata la replica del grande vecchio della Dc all’intervista di Migliore, che ha fatto segnare un cambio di passo di Iv rispetto alle regionali campane. A ottobre Migliore era stato più prudente: «Si parte dal presidente uscente, poi si realizzerà l’accordo più efficiente. Le alleanze regionali avranno un respiro nazionale».

Lo scenario nazionale, a un mese di distanza, dice che i 5S andranno alle regionali di gennaio in Calabria con il proprio candidato presidente, Francesco Aiello, senza alleanza con il Pd. Stesso copione si prefigura in Campania: entro il 10 dicembre i pentastellati locali, molto vicini a Luigi Di Maio, porteranno la loro proposta a Roma basata sulla corsa dell’M5S più una o più liste civiche a cui lavorano i referenti per le elezioni, cioè la capogruppo regionale Valeria Ciarambino e il deputato Salvatore Micillo. La trattativa con il Pd non è all’ordine del giorno. Ieri Ciarambio e Micillo hanno annunciato: «Vogliamo condividere il progetto per la rinascita della Campania. Per questo abbiamo dato vita a un fine settimana di confronti con appuntamenti in tutte le province. La sfida per le regionali del 2020 non possiamo vincerla da soli ma insieme a tutte le forze positive di questa terra». Su Gennaro Migliore neppure un cenno. Una nuova doccia fredda per quelli del Pd che aspettano un segnale dai 5S per rimettere in discussione De Luca con una gioco di sponda.
Come sarà la campagna elettorale lo racconta la norma approvata ieri in consiglio regionale per sbloccare le richieste di sanatoria del 1985 e 1994 in zona rossa del Vesuvio. Il gruppo dem ha rivendicato la vittoria, Fi ha fatto pesare i suoi voti. I 5S attaccano: «De Luca e la sua maggioranza hanno messo il sigillo a un testo zeppo di illegittimità costituzionali».

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento