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Italia a due velocità, Lombardia in coda. Arriva anche Moderna

Italia a due velocità, Lombardia in coda. Arriva anche ModernaIl vaccino Moderna anti Covid – Ap

All’Aifa oggi il passaggio finale per il via libera al vaccino 20.331 i nuovi affetti da Covid su 178.596 tamponi con un tasso di positività dell’11,4%. I decessi sono stati 548

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 7 gennaio 2021

L’Agenzia europea per il farmaco ha dato il via libera ieri a Moderna: l’Ema «ha raccomandato l’autorizzazione condizionata per il commercio del vaccino anti Covid per le persone maggiori di 18 anni». L’italiana Aifa si riunirà oggi per dare l’ok all’utilizzo nel Servizio sanitario nazionale. Si tratta del secondo vaccino che ottiene il via libera in Europa dopo Pfizer/Biontech, il 21 dicembre scorso.

IL FARMACO DI MODERNA ha un’efficacia del 94,1% anche per chi ha malattie polmonari croniche, cardiache, epatiche, obesità, diabete, Hiv. L’elevata efficacia è stata mantenuta anche per generi, gruppi razziali, etnici; è stabile a temperature standard di refrigerazione tra 2 e 8 gradi, a differenza del Pfizer che ha bisogno di meno 70 gradi. Ci vorranno due somministrazioni, a 28 giorni di distanza, gli effetti collaterali vengono definiti «generalmente lievi o moderati».

IN EUROPA dovrebbero arriva 80 milioni di dosi del nuovo farmaco entro settembre: «Insieme a Pfizer Biontech, garantirà che 460 milioni di dosi saranno distribuite con velocità crescente nell’Ue» ha spiegato la commissaria Stella Kyriakides. In Italia la prossima settimana è previsto l’approdo del primo stock di Moderna, l’obiettivo è un milione 300mila dosi nei prossimi tre mesi. Il traballante premier Giuseppe Conte ieri si è affidato ai social: «La campagna di vaccinazione al momento ci vede secondi in Europa per numero di vaccini somministrati». La fase uno del Piano sta procedendo ma dicembre ha fatto di nuovo avanzare i contagi da Covid.

I NUOVI CASI ieri in Italia sono saliti a 20.331 (15.378 martedì) su 178.596 tamponi con un tasso di positività dell’11,4%. I decessi sono stati 548 (649 martedì). La regione con più affetti è stata ancora il Veneto (3.638) seguita dalla Lombardia che ha registrato un’impennata (2.952) come il Lazio (2.007) e la Sicilia (1.692). Seguono Puglia (1.581) ed Emilia Romagna (1.576).

VACCINARE RAPIDAMENTE la popolazione la priorità. A partire, però, da forniture stabili. Dopo i primi intoppi sui trasporti, solo 215mila dosi Pfizer sono arrivate ieri, oggi dovrebbero arrivarne altre 224 mila. La Lombardia lamenta di aver avuto una fornitura di siringhe sbagliate. Ieri alle 21 il report del ministero segnava 303.387 dosi somministrate pari al 43,6% della fornitura. L’Italia è al secondo posto dopo la Germania (316.962 somministrazioni al 4 gennaio) nella classifica Ue, terza la Spagna (139.339 somministrazioni al 5 gennaio). Al 16simo posto la Francia, con appena 5mila somministrazioni al 5 gennaio. A preoccupare è la successiva vaccinazione di massa.

VERTICE tra governo, regioni e commissario Arcuri ieri: «La campagna accelera – ha commentato il ministro Roberto Speranza -, la grande maggioranza delle regioni ha raggiunto percentuali rilevanti. Il paese è pronto per mettere a regime la macchina: 70mila dosi al giorno a livello nazionale finché non si avranno gli alti vaccini». I territori si muovono ma non alla stessa velocità: la regione con la percentuale più alta di dosi somministrate ieri alle 21 è stata il Veneto (84,4%), seguito da Toscana (79,5%) e Lazio (66,9%). In fondo alla classifica, quartultima, la Lombardia (20,5%) seguita dalla Valle d’Aosta (20,4%), la Calabria (15,3%) e la Sardegna (13,7%).

«Dare maggiore personale a chi fa sul serio tanti vaccini e non a chi li tiene in magazzino e, al contempo, limitarne la permanenza in magazzino per evitare che vengano sprecati» è stata la richiesta dei governatori alla riunione di ieri. Le regioni, poi, hanno dato la loro disponibilità a un accordo quadro con i medici di base e i pediatri per utilizzarli nel piano vaccinale. «Finché non saranno tutti vaccinati è impossibile che possano essere coinvolti come vaccinatori – la replica della Federazione dei medici di medicina generale -. In molte regioni proprio i medici di base sono considerati tra le ultime linee nelle priorità per l’accesso all’immunizzazione».

SECONDO ARCURI nessun ritardo nel piano: oggi verrà comunicato l’elenco del personale (3mila medici e 12mila infermieri) individuato dalle cinque Agenzie per il lavoro. A partire dal 20 gennaio saranno disponibili 1.500 operatori per la somministrazione del vaccino Pfizer. Arcuri promette di coprire interamente il fabbisogno di personale anche per i farmaci Moderna e Johnson&Johnson (non ancora autorizzato). Il piano prevede 5,9 milioni di vaccinati entro fine marzo, 13,7 ad aprile, 21,5 milioni a fine maggio: «Si può completare la vaccinazione volontaria entro agosto» assicura Arcuri.

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