La destra contro Draghi sulla privatizzazione di Ita. Sempre in ordine sparso e con motivazioni contrastanti – «colpo di mano in extremis», «statalismo», «mancata difesa dell’italianità», «poco Stato nel capitale» – ma l’attacco al presidente del consiglio è durissimo per la scelta di una «trattativa in esclusiva con il fondo americano Certares» decisa mercoledì.

Un attacco preventivo per evitare che Draghi e Franco siglino un «accordo vincolante» prima delle elezioni. Con la promessa di riconsiderare l’intera partita quando ci sarà il nuovo governo, forti anche dell’inaspettato aiuto che arriverà da Bruxelles: il lungo iter che l’accordo dovrà affrontare in sede di antitrust europeo, non meno di tre mesi. Dunque la privatizzazione di Ita torna in alto mare.

QUASI DA NON CREDERE è l’attacco di Giancarlo Giorgetti. Il ministro più draghiano del governo Draghi, il leghista più paladino del liberismo e del mercato, che critica la scelta del governo di cui fa parte sulla privatizzazione di Ita, da lui tanto attesa.
Di solito ben poco loquace, l’attuate titolare del ministero dello Sviluppo economico e in quanto tale co-azionista unico di Ita Airways, mercoledì sera ha concesso un’intervista al Secolo XIX durissima contro la scelta di trattativa in esclusiva con il fondo americano Certares e non con Lufthansa. «Ci ha colti di sorpresa», ha esordito Giorgetti, ammettendo implicitamente di essere stato escluso da qualsiasi discussione e dunque accusando espressamente il ministro Daniele Franco e lo stesso Draghi di non avere consultato lui e la Lega in una scelta così delicata. Giorgetti tifava evidentemente per la cordata Msc-Lufthansa che è stata scartata senza motivazione: «Questo va chiesto al Mef», abbozza Giorgetti che non pronuncia il nome di Draghi. «Non nascondo che siamo preoccupati del fatto che l’offerta di Certares non preveda un partner industriale visto che Delta e Air France sarebbero presenti solo sul fronte delle alleanze», attacca poi Giorgetti, dimostrando ignoranza completa sulle regole della Concorrenza europea sul trasporto aereo che vietano a Air France partecipazioni in altre compagnie sopra il 5%, almeno finché non avrà rifuso gli aiuti ricevuti in pandemia dal governo di Parigi.

Giorgetti poi rincara la dose criticando «la mancanza di una partnership industriale forte», dimenticando che nemmeno Lufthansa aveva assicurato una percentuale azionaria nella cordata con Msc e, anzi, nella prima offerta si era limitata a essere «partner commerciale» dell’azienda marittima della famiglia Aponte.

QUASI COME UN PAPPAGALLO, ieri il deputato della Lega Edoardo Rixi, già vice ministro al Mit nel governo Conte 1 (dimessosi dopo la condanna a tre anni e cinque mesi per falso e peculato sulla gestione di alcuni fondi regionali in Liguria) e tornato responsabile dipartimento Infrastrutture della Lega, ha ripetuto pedissequamente le parole di Giorgetti aggiungendo solamente due novità. La prima è l’ammissione «di avere appreso una notizia così importante soltanto nelle ultime ore» antecedenti la scelta di Certares. La seconda riguarda la posizione della Lega nel caso (assai probabile) di vittoria alle elezioni del centrodestra. Se mercoledì sera Giorgia Meloni era stata critica ma guardinga – «Non credo che una materia così strategica sia competenza di questo governo, quando avrò le carte potrò pronunciarmi» – per Rixi «il nuovo governo valuterà con grande attenzione tutti questi elementi».

ANCORA PIÙ PARADOSSALE la bocciatura che arriva dal sottosegretario di Daniele Franco al Mef, l’altro leghista Federico Freni che ribalta il lavoro del suo “superiore”: «La decisione finale sul contratto preliminare sarà rimessa certamente al nuovo governo».

Ieri comunque il fuoco di fila del centrodestra contro la scelta di Franco e Draghi è stato totale. E la più dura è stata Forza Italia. Se il coordinatore nazionale Antonio Tajani, difende la (falsa) italianità della cordata fra Msc (azienda con sede in Svizzera) e Lufthansa – «non capisco perché è stata esclusa una società importante, che ha dato sempre grossi risultati nel settore dei trasporti» – e accusa di statalismo Draghi – «favorisce un’altra scelta che vede la partecipazione sempre dello Stato», il capogruppo alla Camera Paolo Barelli chiede esplicitamente a Draghi di «sospendere qualsiasi iniziativa governativa riguardante la cessione di Ita Airways per meglio comprendere quali debbano essere le scelte da prendere nell’interesse del paese».
A sera arriva anche l’attacco di Fabio Rampelli, front runner di Fdi nella partita Ita, con motivazioni però opposte da quelle di Forza Italia: «Noi riteniamo che lo Stato italiano debba stare nella compagnia di bandiera, per aspirare al suo rilancio questa è la prima condizione».