Israele blocca l’ingresso a Gaza di duemila dosi del vaccino Sputnik
Territori occupati Alcuni deputati chiedono che la consegna delle fiale sia condizionata alla liberazione di due cittadini israeliani prigionieri di Hamas e alla restituzione dei resti di due militari. Il deputato della Lista unita Ofer Cassif: «Ostacolare le cure mediche è un crimine di guerra oltre che disumano».
Territori occupati Alcuni deputati chiedono che la consegna delle fiale sia condizionata alla liberazione di due cittadini israeliani prigionieri di Hamas e alla restituzione dei resti di due militari. Il deputato della Lista unita Ofer Cassif: «Ostacolare le cure mediche è un crimine di guerra oltre che disumano».
Mentre in Israele la campagna di immunizzazione sembra dare i primi risultati positivi, in Cisgiordania e Gaza problemi e ritardi frenano l’avvio delle vaccinazioni. E l’occupazione militare israeliana non manca di fare sentire il suo peso anche con la pandemia. Si allungano ancora i tempi dell’arrivo a Ramallah delle fiale dei vaccini messi a disposizione dalla Russia e dal programma Covax dell’Oms. Il premier dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mohammed Shttayeh ieri non è stato in grado di fornire date sicure per le prime 400mila dosi del vaccino di AstraZeneca attese tra marzo e luglio. Inoltre Israele tiene ancora ferme duemila dosi dello Sputnik russo destinate al personale sanitario di Gaza. La ministra palestinese della salute Mai al Kaila conferma che ieri le fiale sono state nuovamente bloccate ai valichi tra Israele e Gaza. La vicenda secondo il deputato comunista israeliano, Ofer Cassif, potrebbe configurarsi come un «crimine di guerra».
A portare alla luce il caso è stato nel fine settimana il portale d’informazione Walla, uno dei più seguiti in Israele. Il ministro della difesa Benny Gantz e il capo di stato maggiore israeliano Aviv Kochavi hanno congelato la richiesta di invio a Gaza delle duemila fiale giunta dal ministero della sanità dell’Anp. Il motivo è la petizione presentata alla Corte suprema dalla famiglia di Hadar Goldin, un ufficiale israeliano caduto in combattimento a Gaza durante l’offensiva militare «Margine protettivo» del 2014. I suoi resti sono a Gaza e la famiglia chiede che vengano scambiati con il via libera alla consegna dei vaccini. La Corte ha respinto la petizione ma i partiti, non solo quelli di destra, si sono appropriati, anche per motivi elettorali, della condizione posta dai Goldin. La storia così è finita alla Knesset dove ieri è stata discussa, in una seduta molto animata, dalla commissione affari esteri e difesa. Il presidente, Zvi Hauser, del partito di destra Nuova Speranza, e la deputata Michal Cotler-Wunsh del centrista Blu Bianco, si sono espressi con forza contro la consegna delle dosi Sputnik destinate al personale medico di Gaza sostenendo che finiranno nelle mani dei leader di Hamas.
«Stento ancora a crederlo» diceva ieri al manifesto Ofer Cassif, docente universitario e deputato ebreo della Lista unita araba, «non faccio parte di quella commissione, ero lì per ascoltare, e posso dire che l’atmosfera era nettamente contraria alla consegna dei vaccini. Certo, erano assenti diversi membri (della commissione) ma il clima era pessimo. Qualcuno ha addirittura chiesto di condizionare l’invio delle dosi ad informazioni su due cittadini israeliani tenuti prigionieri a Gaza». Cassif rispondendo alle nostre domande ha ricordato che Israele era e resta l’occupante a Gaza, secondo la Convenzione di Ginevra e le leggi internazionali, quindi è responsabile per la popolazione civile palestinese di quel territorio. «Condanno Hamas perché non libera i due civili israeliani ma lo Stato di Israele non può tenere in ostaggio milioni di civili palestinesi, non può attuare una punizione collettiva. Ostacolare le cure mediche è un crimine di guerra oltre che disumano».
Di fronte a ciò, prevede Cassif, il ministro della difesa non potrà non dare la sua autorizzazione alla consegna delle fiale di Sputnik. Quanto ai resti del soldato Hadar Goldin e di un altro militare, Oren Shaul, non restituiti da Hamas alle famiglie, i palestinesi ricordano che Israele non ha ancora consegnato alle famiglie i corpi di numerosi palestinesi uccisi dalle sue forze di sicurezza in questi ultimi anni.
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