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Ispezione della guardia costiera sulla Open Arms: tutto in regola

Ispezione della guardia costiera sulla Open Arms: tutto in regolaLa nave Proactiva Open Arms – Ansa

Mediterraneo Normalmente non sarebbe una notizia, ma nel mondo alla rovescia dei soccorsi nel Mediterraneo il fatto che la nave della Ong non subisca un fermo amministrativo è una sorpresa

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 4 ottobre 2020

Normalmente un’ispezione della Guardia costiera dalla quale non risultino irregolarità non farebbe notizia. Nel mondo alla rovescia dei soccorsi nel Mediterraneo, dove chi salva vite umane rischia un processo o viene bloccato in mare per giorni, accade il contrario. Così il fatto che la Open Arms sia ancora libera di navigare è una vera sorpresa.

«Gli ispettori hanno accertato che l’unità è stata recentemente certificata da parte della propria Amministrazione di bandiera (Spagna) ed è attualmente in possesso di certificati relativi alla sicurezza della navigazione e di prevenzione dell’inquinamento, che gli consentono di effettuare attività di “ricerca e soccorso” e accogliere a bordo un totale di 320 persone, incluso l’equipaggio», ha commentato ieri pomeriggio la Guardia costiera. Le stesse fonti hanno espresso soddisfazione e rivendicato il «risultato importante» come l’esito delle iniziative portate avanti per imporre a tutte le imbarcazioni «specifiche norme a tutela della sicurezza della navigazione».

Il copione andato in scena negli ultimi mesi aveva sempre avuto un finale diverso. Dall’ispezione cui sono sottoposte tutte (e solo) le imbarcazioni umanitarie al termine della quarantena imposta a tutti (e solo) gli equipaggi delle Ong era venuto fuori ogni volta un provvedimento di fermo amministrativo. È andata così per Sea-Watch 4 (21 settembre), Ocean Viking di Sos Mediterranée (22 luglio), Sea-Watch 3 (9 luglio). Ancora prima per due navi poi tornate attive: Alan Kurdi di Sea-Eye e Aita Mari di Salvamento Marítimo Humanitario (rispettivamente il 5 e 6 maggio). Questa raffica di provvedimenti anti-Ong ha sollevato un vespaio di polemiche contro il governo Pd-5 Stelle, nato con lo slogan della discontinuità da Matteo Salvini proprio sulle politiche migratorie.

Diversi parlamentari della maggioranza hanno espresso in questi giorni dure critiche e invitato i ministri competenti, Trasporti (Paola De Micheli) e Interno (Luciana Lamorgese), a chiarire qual è la linea dell’esecutivo. La coalizione delle Ong conosciuta come «Flotta civile europea» si è stretta ancora di più e ha chiesto con un documento congiunto pubblicato venerdì la fine dei blocchi alle navi umanitarie. Se la vicenda di Open Arms segni un cambio di passo o sia un caso isolato si capirà presto. Tra quattro giorni termina la quarantena della Alan Kurdi, che si trova in rada a Olbia. Tutto fa credere che, puntualmente, riceverà a bordo un’ispezione della Guardia costiera.

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