Internazionale

Iraq: serie di attentati almeno 70 morti

Iraq Le esplosioni e le vittime di oggi fanno salire a circa 500 il numero di persone uccise dall'inizio dell'anno

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 16 gennaio 2014

Il bilancio è di almeno 70 morti e centinaia di feriti. Si tratta del risultato di una serie di attentati avvenuti ieri a Baghdad, dove undici esplosioni hanno provocato 29 morti e 77 feriti. Altre 15 persone sono decedute a seguito di esplosioni fuori dalla capitale, in un villaggio vicino a a Buhriz, dieci chilometri a sud di Baquba. Sette agenti di polizia sono morti e 9 sono stati feriti da una bomba vicino a Mosul, nel nord del Paese.
A Baghdad la polizia ha trovato i cadaveri di cinque persone che secodo le agenzie sarebbero state rapite e uccise all’interno di un conflitto interconfessionale. I corpi di quattro uomini sono stati scoperti nell’area di Iskan, nell’ovest della capitale, mentre quello di una donna di 26 anni è stato trovato nel distretto di Amil, anch’esso nella parte occidentale della città.
Altre fonti hanno riferito che nel frattempo le milizie estremiste sunnite, compreso lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) affiliato ad Al Qaeda, sarebbero ancora presenti all’interno di alcuni quartieri e intorno alle città di Ramadi e Falluja, nella provincia occidentale di Al Anbar, investita all’inizio dell’anno da un’offensiva degli insorti.
Le esplosioni e le vittime di oggi fanno salire a circa 500 il numero di persone uccise dall’inizio dell’anno. Nel 2013 le violenze nel Paese avevano causato, secondo l’Onu, quasi novemila morti e solo nel dicembre scorso se ne erano registrati 759. Il premier Nuri al Maliki ha richiesto un’«azione internazionale coordinata contro al Qaeda», sostenendo – come ha fatto il presidente siriano Bashar al Assad – che la minaccia del terrorismo islamico non riguarda solo la regione ma «tutto il mondo». Il primo ministro sciita Maliki, sostenuto da Stati Uniti e Iran, ha anche puntato il dito contro i Paesi che sostengono i terroristi e gli insorti. Il riferimento è alla rivolta armata anti-governativa scoppiata a Ramadi, capoluogo di Anbar, e nella vicina Falluja, alla fine di dicembre.

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