Ipotesi quarantena ridotta per chi ha già fatto la terza dose
Al vaglio del Comitato tecnico scientifico In isolamento ci sono circa 2,5 milioni di persone. L'infettivologo Bassetti: «Potrebbero rapidamente diventare 10 milioni»
Al vaglio del Comitato tecnico scientifico In isolamento ci sono circa 2,5 milioni di persone. L'infettivologo Bassetti: «Potrebbero rapidamente diventare 10 milioni»
Il dossier sulla possibilità di ridurre la quarantena per chi ha fatto la terza dose è sul tavolo del Cts, che si riunirà già domani per decidere. Le regole attuali impongono 7 giorni di isolamento per chi ha completato il ciclo vaccinale e ha avuto un contatto ad alto rischio con un positivo; 10 per chi non ha completato il ciclo. L’ipotesi è ridurre tra i 3 e i 5 giorni la quarantena per chi ha fatto il booster, tenuto conto che l’intervallo in cui si è infettivi è minore. La decisione arriverà dopo aver analizzato ulteriori dati sull’Omicron e non è escluso che si possa modificare anche la regola per chi ha fatto due dosi. Si stima che attualmente ci siano circa 2,5 milioni di persone bloccate in casa per il virus.
A CONFERMARE che il tema è in discussione è stato il commissario Figliuolo: «La riflessione l’abbiamo fatta questa mattina (ieri ndr) col ministro Speranza. Gli scienziati stanno studiando con l’Iss». Le file interminabili per i tamponi, invece, le ha liquidate con una battuta: «Bisogna avere pazienza. Spesso si fanno file e file ai Black friday per acquistare il capo griffato». Se dovesse arrivare il via libera all’isolamento ridotto per chi ha il booster, la decisione potrebbe non servire a tutti quelli in attesa dei 5 mesi per il richiamo che adesso si ritrovano a poter fare la terza dose a 4 mesi ma solo dal 10 gennaio. Il cambio a 4 mesi è stato deciso dal dl festività, il 23 dicembre: la data del 10 però è stata stabilita da Figliuolo tenuto conto delle esigenze delle regioni. Continui cambi di strategia e sanità differenti a livello territoriale stanno rendendo la campagna vaccinale caotica.
IL DIRETTORE della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, è stato il primo a porre il tema: «Si andrà verso i 100mila contagi al giorno. Moltiplicati per 7-10 giorni di quarantena, tenendo conto che ciascuno può essere stato in contatto stretto con almeno 5-10 persone, si rischia di avere nel giro di 7-10 giorni 10 milioni di persone in isolamento. Non possiamo gestire la quarta ondata con le regole della seconda». Si tratta di bilanciare spinte differenti: le varianti Delta e Omicron sono da un lato altamente trasmissibili, e questo sta facendo salire i ricoveri, ma l’alto numero di vaccinati e la minore gravità che per adesso è associata alla malattia trasmessa da Omicron sembrano consentire una maggiore circolazione delle persone. A consigliare prudenza sono i paesi intorno all’Italia. Così, se da un lato si ragiona di ridurre la quarantena, restano sul tavolo le ipotesi di lockdown per i No vax e l’obbligo vaccinale per i lavoratori. «Il sistema di tracciamento e contenimento del virus deve essere rigoroso perché altrimenti si perde il controllo della pandemia – il commento di Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute -. Un’eventuale decisione sulla quarantena si prende calcolando che impatto avrebbe sulla circolazione del virus e sul Servizio sanitario nazionale».
IL SOTTOSEGRETARIO alla Salute Sileri: «Necessaria una revisione delle regole sulla quarantena ma tra 10 o 15 giorni. In particolare si potrebbero rivedere quella dei bambini e degli studenti prima della riapertura della scuola. Con due varianti che circolano non si possono togliere le persone dalla quarantena. La Delta è prevalentemente responsabile dei ricoveri in terapia intensiva, quando la Omicron avrà preso il sopravvento verosimilmente anche i rischi saranno inferiori». E sul lockdown per i No vax: «Le restrizioni con il green pass rafforzato già esistono. Il crollo dei positivi in Germania con il lockdown per i non vaccinati riguarda i contagi da variante Delta plus, che da noi ha fatto numeri più bassi grazie alla carta verde».
A SPINGERE per un cambio di passo sono le regioni del Nord. Il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle regioni, Fedriga: «Condivido la revisione della quarantena, che andrebbe ridotta o tolta soprattutto per quelli che hanno la terza dose. Dobbiamo garantire la sicurezza sanitaria ma non dobbiamo bloccare il paese». Stessa posizione del ligure Toti che chiede anche l’allargamento dell’obbligo vaccinale. Dal Veneto Luca Zaia: «La quarantena per il vaccinato va rivista, in particolare per chi ha fatto la terza dose. Il Cts si esprima». E il lombardo Attilio Fontana: «Chi ha fatto il booster è più difficile che si contagi e quindi probabilmente si può rivedere la regola. Abbiamo la necessità di avere una sollecita e precisa indicazione da parte del Cts».
SEGNALI sono arrivati anche dalla maggioranza di governo con Matteo Renzi: «Il virus è più contagioso ma meno aggressivo, grazie ai vaccini. Allora cambiamo le regole: se sei vaccinato non vai in quarantena in caso di contatto con un positivo; acceleriamo sui vaccini; le restrizioni facciamole solo per i No Vax». E Anna Maria Bernini da Forza Italia: «La quarantena va rivista se non vogliamo che a metà gennaio ci siano milioni di italiani chiusi in casa solo per aver intercettato un positivo. Sarebbe una sorta di lockdown surrettizio in grado di bloccare il paese. Se servono restrizioni disponiamole solo per i No vax».
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