In una delle pagine più penetranti dedicate a Baudelaire – al sonetto delle Fleurs du mal intitolato «A una passante» – Walter Benjamin suggeriva che, per il soggetto moderno, l’estasi risiede non tanto nell’incontro improvviso con l’oggetto del proprio desiderio – la donna che passa per le strade di Parigi, con il suo incedere maestoso – quanto piuttosto nell’«ultimo sguardo» scambiato con quella bellezza fuggitiva, inghiottita per sempre dalla folla. L’«incanto» e la possibilità stessa della poesia coincidono insomma, per Benjamin, con il momento del «congedo». Tra Leopardi e lo stesso Baudelaire si fa dunque intensa, in Occidente, la sensazione...