Invito a cena per Draghi. Pressing per le riaperture
La cena delle beffe Il premier riceve Salvini, che chiede di poter tornare al ristorante la sera, ma dopo Pasqua
La cena delle beffe Il premier riceve Salvini, che chiede di poter tornare al ristorante la sera, ma dopo Pasqua
È un Salvini «con la mascherina» quello che entra in tarda mattina a palazzo Chigi per incontrare Mario Draghi, su richiesta dello stesso premier assicura il leghista. Il tribuno scamiciato che si presentava ai comizi senza mascherina è una foto del passato. Il nuovo Salvini è ragionevole e pragmatico.
Parla di riaperture e le perora, certo, ma «con interventi mirati», guardando sempre prima alla salute e «non subito». Dopo Pasqua: secondo il leader della Lega quello sarà il momento giusto per riaprire i ristoranti la sera, andando così incontro alle richieste della categoria più colpita ma anche restituendo un po’ di quella normalità «non depressiva» alla quale tengono molto anche Draghi e il sottosegretario Garofoli. Ma non si parla solo dei ristoranti. Salvini ricorda che ci sono anche quelli «che non hanno mai riaperto», come cinema e teatri. Anche su quel fronte, secondo lui, dopo Pasqua si potrebbe iniziare ad allentare il rigore.
«DI SOTTOSEGRETARI NON si è parlato», giura l’ex truce all’uscita. «Per noi si possono fare anche subito», aggiunge giusto per confermare la nuova immagine della Lega forza di governo che mette i propri interessi in fondo alla lista delle urgenze. E Draghi cosa pensa degli allentamenti del rigore?
«C’è sintonia», se la cava laconico il resuscitato di Pontida. Di sintonia ce n’è parecchia sopratutto con i nemici di ieri e di domani. L’ex ministro dello Sviluppo passato all’Agricoltura, il 5S Patuanelli, si collega con il Consiglio di Coldiretti e suona lo stesso spartito: «Stiamo lavorando per consentire alla ristorazione la ripartenza. Dobbiamo avere la forza di consentire alle persone di tornare al ristorante».
NON C’È DUE SENZA TRE e il terzo carico è pesantissimo. Il dem Bonaccini, presidente della conferenza Stato-Regioni oltre che primo cittadino dell’Emilia, spalleggia Salvini: «Quel che dice sull’aprire i ristoranti la sera dove non c’è troppo rischio di contagio è ragionevole».
Certo ci vogliono controlli «serrati». Ma con quelli «si può provare a dare un po’ più di ossigeno all’economia». Chi dovesse sospettare una qualche manovra politica sullo sfondo avrebbe, sia pur parzialmente, ragione. Non che sia stata concertata a tavolino ma è inevitabile che la disfatta dei Responsabili ricada sull’intero stato maggiore che aveva guidato quella campagna. Dunque Luigi Di Maio, insidiato tra i 5S dal pacato Patuanelli, e Zingaretti, incalzato da Bonaccini.
MA IL VERO ASSEDIATO è il ministro della Salute, schierato in difesa della linea rigida e della massima continuità. Oggi Roberto Speranza sarà in parlamento e di fronte alle camere ripeterà che «allentare anche solo parzialmente potrebbe vanificare i risultati ottenuti con le chiusure di Natale».
Perché il virus circola e le varianti costituiscono un rischio potenzialmente molto elevato. Insomma: «Non abbassiamo la guardia». Speranza, che ieri sera era da Draghi con il Comitato tecnico scientifico, i ministri interessati e i capodelegazione, ai quali si sono aggiunti Giorgetti per la Lega e Gelmini per Fi, ha dalla sua la stragrande maggioranza dei medici. Ritiene di poter resistere alle spinte convergenti, anche perché, spiegano al ministero, i segnali arrivati da Draghi sembrano tutti indicare che il premier vuole confermare la strategia del rigore.
Alcune nuove misure potrebbero essere comunque decise già nei prossimi giorni: «Venerdì ci sarà la nuova fotografia della situazione – spiega il coordinatore del Cts Agostino Miozzo al termine della riunione a palazzo Chigi -. Dobbiamo essere prudenti, ma la situazione che abbiamo descritto non è da catastrofe imminente. Vediamo come evolve la pandemia».
CERTO, IL PREMIER terrà la guardia alta, starà attento a non sconfessare la linea di Speranza e del governo precedente, mirerà a conservare la scelta della «salute al primo posto». Ma allo stesso tempo intende, sia pur in sicurezza, allentare le maglie, ridare un po’ di fiato all’economia, riaprire qualcosa e in particolare i ristoranti anche la sera. La situazione drammatica del settore non gli sfugge e neppure la necessità, appena possibile, di sollevare un po’ la cappa di piombo.
L’ultima parola, come sempre, sarà del virus. Una nuova ondata metterebbe fine a ogni discussione. Se non arriverà, dopo Pasqua qualche allentamento ci sarà.
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