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Invasione lunare, fra paccottiglia e palazzinari

Invasione lunare, fra paccottiglia e palazzinari

Materia oscura Da oggi, nelle pagine culturali, la rubrica dedicata alla scienza che uscirà ogni venerdì. La corsa spaziale ricomincia il 24 dicembre: da Cape Canaveral (Usa) partirà il primo modulo realizzato da un’azienda privata per atterrare sul suolo della Luna

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 1 dicembre 2023

Il prossimo 24 dicembre sarà un giorno storico per la ricerca spaziale. Salvo imprevisti rinvii, da Cape Canaveral (Usa) partirà il primo modulo realizzato da un’azienda privata per atterrare sulla Luna. Il «lander» si chiama Peregrine e lo ha messo a punto la Astrobotics Technology, un’azienda di Pittsburgh che offre un servizio di consegne spaziali a pagamento. In questa prima missione depositerà sul suolo lunare strumenti scientifici di diverse agenzie spaziali ma anche paccottiglia di dubbio gusto come installazioni artistiche, criptovalute, targhe commemorative inviate da associazioni e aziende in cerca di facile pubblicità. Saranno solo le prime: basta andare sul sito dell’Astrobotics per prenotare una consegna lunare, specificando peso e dimensioni del pacco come in un ufficio postale.

Inizia così, a metà tra Black Friday e Porta Portese, l’era dello sfruttamento privato del nostro satellite. Secondo gli accordi stipulati dalla Nasa, nei prossimi anni sulla Luna non dovrebbero sbarcare solo bigiotteria e souvenir. Alluneranno anche robot capaci di scavare la regolite alla ricerca di materiali di valore nascosti nel suolo lunare. Pure la marcia di avvicinamento alla missione Artemis della Nasa – che porterà astronaute e astronauti sulla Luna mezzo secolo dopo le ultime missioni Apollo – prevede la raccolta di materiale in loco. La Nasa l’ha affidata a quattro società private (due statunitensi, una europea e una giapponese) che si sono impegnate a cedere i campioni prelevati all’agenzia statunitense. L’obiettivo a lungo termine è l’insediamento umano sulla Luna in pianta stabile con edifici, strade e relativi cantieri. Secondo le prime analisi, il suolo lunare nasconde risorse preziose come le terre rare usate nei dispositivi elettronici e l’elio-3, un isotopo con cui alimentare le future centrali a fusione nucleare. Rimangono diversi dettagli legali da perfezionare, ad esempio sui diritti di proprietà dei terreni lunari. Il trattato sullo spazio extra-atmosferico firmato all’Onu nel 1967 lascia irrisolte molte questioni divenute improvvisamente attuali. Ma l’assenza di regole è da sempre la condizione ideale per gli avventurieri.

Secondo l’ultimo numero della rivista Science, lo scenario terrorizza i ricercatori. Per loro la Luna è un territorio fragile da proteggere, da usare al massimo come laboratorio scientifico e da non lasciare agli appetiti dei palazzinari spaziali. Le location lunari più contese saranno i crateri ghiacciati vicini ai poli. Aree isolate, buie, freddissime e schermate da interferenze elettromagnetiche: i luoghi ideali per installarci un telescopio con cui osservare lo spazio lontanissimo. «Non conosco altri corpi con queste caratteristiche nel sistema solare» spiega a Science il fisico Jan Harms del Gran Sasso Science Institute, che sulla Luna vorrebbe rilevare le debolissime oscillazioni – mille volte più piccole di un protone – provocate dalle onde gravitazionali. Nemmeno in orbita si trovano condizioni così perfette per la scienza. I crateri polari però sono anche i siti più ambiti per l’insediamento umano: il ghiaccio fornisce l’acqua da bere, l’ossigeno per respirare e l’idrogeno da usare come propellente per le navette spaziali. Con tutta evidenza, l’arrivo di una ruspa sul cratere distruggerebbe la quiete agognata dagli astrofisici che si dicono pronti a combattere per proteggere l’ambiente unico del nostro satellite. È un soggetto perfetto per una serie fanta-western. Se vinceranno i gringo dovremo dire addio alla Luna silenziosa che affascina poeti e scienziati. Houston, adesso di problemi ne abbiamo due.

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