“Tina Modotti la nuova rosa” alla scoperta degli inediti
Anticipazione Estratto dall'introduzione del catalogo della mostra che si inaugura oggi a Udine
Anticipazione Estratto dall'introduzione del catalogo della mostra che si inaugura oggi a Udine
Dopo una lunga assenza espositiva, la città natale di Tina Modotti le rende un nuovo omaggio, con la mostra allestita presso Casa Cavazzini Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine, parte integrante di un programma di ampio respiro che ha al centro la figura di Riccardo Toffoletti, prematuramente scomparso nel 2011 L’esposizione «La nuova rosa. Arte, storia, nuova umanità» intende essere anzitutto un riconoscimento per la preziosa azione che Riccardo Toffoletti ha dispiegato nel corso di più di un trentennio per la riscoperta e la valorizzazione, non solo da parte della sua città ma anche a livello internazionale, della figura e dell’opera di Tina Modotti, della sua straordinaria arte fotografica non meno che delle sue ‘scelte di vita’ e del suo impegno per una ‘nuova umanità’ e per un mondo più libero e più giusto. L’iniziativa intende anche costituire una grande opportunità affinché la città di Udine attribuisca il giusto rilievo alla figura di Tina come parte integrante del proprio patrimonio e della propria storia. Nel contempo, si propone di promuovere presso il pubblico più ampio una conoscenza storica diffusa del suo contributo artistico e del suo ricco e multiforme itinerario umano, politico e intellettuale, coniugando il rigore scientifico con l’impegno civile rivolto anche al nostro presente e al nostro futuro. La figura e l’opera di Tina Modotti (donna, friulana, artista, impegnata e coinvolta in prima persona nelle vicende politiche e sociali del suo tempo) rappresentano, infatti, una straordinaria risorsa per la città di Udine e il suo territorio, e un punto di riferimento di grande fascino e rilievo per le giovani generazioni (…) La mostra non solo presenta al pubblico la raccolta più vasta del patrimonio già conosciuto delle foto di Tina Modotti tratte dai negativi originali, ricostruito al meglio delle possibilità qualitative e filologiche, ma è pure considerevolmente arricchita da una nuova documentazione, in parte del tutto inedita, derivante dalle più recenti acquisizioni riferibili sia alla storia familiare, sia all’arte fotografica, sia all’impegno politico e sociale di Tina Modotti. Riguardo al primo di questi ambiti, è importante segnalare i nuovi documenti e materiali fotografici inediti provenienti dal lascito di Jolanda Modotti, sorella di Tina. Si tratta di fotografie originali di Tina e dei suoi familiari scattate da lei stessa o da altri soggetti in riferimento al contesto udinese della famiglia Saltarini Modotti, al soggiorno e alla cerchia delle amicizie e dei nuovi legami familiari negli Stati Uniti e nel Messico degli anni ’20, nonché di carteggi tra Jolanda, Vittorio Vidali e Sylvia Thompson relativi alla vita e all’opera di Tina. Riguardo al secondo ambito, viene esposta per la prima volta in Italia e in Europa la nuova documentazione fotografica di cui l’INAH di Città del Messico è entrato recentemente in possesso grazie alla donazione della dottoressa Savitri Sawhney, figlia dell’esule indiano Pandurang Khankhoje (…) Tale documentazione comprende una scelta di quattordici fotografie, scattate da Tina Modotti, rimaste in gran parte sconosciute fino a tempi recentissimi. Esse si riferiscono al movimento delle Scuole libere di educazione agraria e della Lega delle comunità agrarie fondate in Messico nel 1927 con il concorso determinate di esponenti del Partito Comunista Messicano, tra cui Diego Rivera e Xavier Guerrero. Queste fotografie ritraggono gli incontri e le attività delle Scuole nei villaggi di Chiconcuac, Tocuila, Ocopulco e Chipiltepec, ubicati nel distretto di Texcoco, e sono molto importanti non soltanto per la loro qualità, ma anche perché documentano la fase di passaggio dell’arte fotografica di Tina dal rigore formale legato all’apprendistato con Edward Weston all’impegno politico sociale a partire dal 1926-27. Il progetto della mostra elaborato dal Comitato scientifico ha inteso inoltre arricchire l’esposizione delle fotografie e dei materiali relativi alla vita e all’attività artistica di Tina Modotti con un vasto repertorio iconografico e documentale in riferimento ai contesti storicamente determinati in cui si svolse la sua vita artistica e si determinarono le sue ‘scelte di vita’, agli eventi e ai luoghi che la videro testimone e protagonista. Da questo punto di vista, sono state allestite tre diverse sezioni storiche, composte di materiale fotografico e documentale dedicate al Messico degli anni ’20, all’antifascismo internazionale e alla guerra di Spagna. È importante rilevare che le sezioni storiche non costituiscono una mera giustapposizione rispetto alla documentazione fotografica di Tina e su Tina, ma costituiscono una parte essenziale e un tratto caratterizzante di questa mostra. Si è qui in presenza di una dettagliata ricostruzione degli scenari storici e delle organizzazioni internazionali in cui Tina Modotti conobbe il suo apprendistato politico e poi esplicò la sua ‘scelta di vita’ della militanza a tempo pieno nel movimento comunista: il Soccorso Operaio e il Soccorso Rosso internazionali nel Messico e le grandi campagne internazionali contro il fascismo e la guerra negli anni ’30, e poi lo scenario della guerra civile spagnola, in cui ella ricoprì incarichi di alta responsabilità nel Soccorso Rosso fino al crollo finale della Repubblica. Attraverso le immagini selezionate si possono seguire in sequenza gli organismi, i luoghi, le attività, gli eventi che videro Tina presente fisicamente e attivamente partecipe. In particolare, una parte della documentazione fotografica è tratta da rare pubblicazioni dell’epoca, come le riviste «Arbeiter-Illustrierte-Zeitung», «Arbeiter-Fotograf», «New Masses», o come il celebre Braunbuch sull’incendio del Reichstag (1933) o anche l’opuscolo Avec les familles des combattents viennois de Février (1934), espo- Introduzione IX ste in originale nella mostra, in cui è ravvisabile non solo il suo contributo, ma anche, e in forma diretta, la sua impronta personale. Il catalogo è articolato in otto sezioni fotografiche, precedute da una serie di saggi storici che forniscono una ricostruzione dettagliata e aggiornata rispetto alle più recenti acquisizioni della storiografia sulla figura artistica e umana di Tina, sulla sua vita e sulle sue opere. Al fine di conferire ulteriore spessore scientifico al progetto, in stretto collegamento con l’esposizione, è stato organizzato anche un altro importante evento culturale. Promosso dall’Università degli studi di Udine, dal Comitato Tina Modotti e dai Civici Musei, in concomitanza con la mostra, si svolgerà un convegno scientifico internazionale su ‘Tina Modotti e la storia del Novecento’. Esso vedrà la partecipazione di studiosi tra i più qualificati a livello nazionale e internazionale, di storici e storiche della fotografia, nonché delle più accreditate biografe di Tina Modotti negli Stati Uniti, nel Messico, in Spagna e in Italia.
L’esposizione è stata promossa dal Comitato Tina Modotti con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine ed è stata realizzata dai Civici Musei, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e con la collaborazione di prestigiose istituzioni scientifiche a livello nazionale e internazionale, come la Fondazione Istituto Gramsci di Roma e l’Istituto nazionale di antropologia e storia di Città del Messico (INAH).
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