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Intorno alla filastrocca di Michela – Michelle

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I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 30 settembre 2021
Vi è piaciuta la filastrocca? Si o no? qualcuno non ha capito bene delle parole?
«Strana. Molto strana». «A me faceva ridere». «C’erano delle parole straniere, per me. Inglesi. Inglesi ma non solo inglesi». «Sì, è la filastrocca di una bambina che si chiama Michela e si dà molte arie». «Si chiama Michela ma si fa chiamare Michelle, come una francese. Perché in italiano… Perché il suo nome Michela non le piace in italiano, per me». «Anche per me non le piace il suo nome e allora lo ha cambiato». Ma no! E’ sempre lo stesso nome, solo che in Francia dicono Michelle e in Italia diciamo Michela, ma è sempre uguale il nome». «C’erano delle parole che non conoscevo… cosa è il tailleur?» Un vestito. «E il collier?» «Delle collane, mi pare. Una collana, credo. Mia nonna ne ha una con tante perle». «E lo strudel?» «E’ una torta buonissima. Mia zia la sa fare benissimo. una torta con le mele». «E il parquet cosa è?» «E’ come quello che ho a casa io nella mia camera, di legno. Sì, un pavimento con tante assi di legno messe una vicino all’altra. Delle assi dure, strette, lunghe, resistenti. Che poi è il pavimento. Solo che invece di essere fatto di mattonelle o di mattoni, quel pavimento è fatto di legno come nella mia camera».
Qualcuno ha detto che Michela si dà delle arie…. Mi dite a cosa lo capite?
«Perché non vuole essere chiamata col suo nome». «Per me è anche ricca perché la filastrocca dice che gioca a basket nel cortile dei grand hotel che sono alberghi molto costosi». «I suoi genitori sono ricchi, lei no. Lei è solo una bambina». «Molto ricchi. Anche per me.» «Cosa vuol dire chalet?» «E’ una casetta in montagna. Come una volta in montagna. Ma piccola, mi sembra. Come un rifugio. Col pavimento e tutte le pareti fatte di legno». «Come il parquet?» Ma no, quello è un’altra cosa. Quello è solo un pavimento. E’ solo un tipo do pavimento». «Io ho capito che si vuole dare delle arie perché c’è scritto che vuole essere una star, cioè una persona famosa, importante». «Io ho capito che vuole darsi delle arie perché non dice mai sì ma lei dice sempre ok. Oppure i saluti: lei non dice mai Ciao, lei dice Byebye». «Io ho visto che ci sono le rime baciate, maestro: car e star… Poi anche…. Ah, no, non ce ne sono tante di rime».
«Ci sono tante parole straniere!. «Poi si dà delle arie perché indossa la bandana e tutte le femmine che indossano la bandana vogliono essere le più eleganti». «Lei è molto ricca, per me, perché ha già un I-phone tutto suo». «Mia mamma ha detto che finché non faccio le medie non mi compra nessun telefonino». «Car in inglese vuol dire auto».
E il suo carattere come lo immaginate? Secondo me lo potete capire dal comportamento….
«Vanitoso. Perché lei al mare non vuole nuotare e basta o andare sul canotto, ma solo fare windsurf come alla tv». «Per me lei vuole sentirsi più importante di quello che è, altrimenti non parlerebbe in modo così strano. Perché ci sono delle persone che parlano non modo strano per darsi delle arie, per me. Per credersi più furbo di te. Per darsi delle arie. Per credersi più intelligenti». «A me è simpatica anche se si chiama Michela invece di Michelle». «A me no. E’ antipatica perché vuole sempre raccontarti tutti i fatti suoi e non ti fa mai parlare. E’ insopportabile, per me». «Anche io conosco degli amici di mio fratello che parlano con delle parole straniere per darsi delle arie, delle parole americane… Perchè l’inglese e l’americano sono più alla moda dell’italiano e dicono che è meglio». «Io non ho capito il finale. Quando va in campeggio. Perché urla?» «Anche per me è antipatica! Come fa a essere simpatica una così?» «Non hai capito? Ma perché lei era tutta perfetta e quando si accorge che nella tenda del campeggio non c’è il pavimento di legno, cioè il parte, per lei… Per lei è una cosa incredibile, infatti fa delle urla da pazza». «Per me lei è un po’ pazza». «A me questa filastrocca ha fatto ridere, però ha un difetto: per me ci sono troppe parole straniere». «Forse lei parlava così per farsi notare. Perché… Perché non le piaceva il suo nome…»

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