Intervista a Cenerentola
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti
Chi mi racconta l’attività che abbiamo fatto ieri?
«Il gioco delle interviste». «Abbiamo fatto le interviste alle favole, cioè ai personaggi delle favole». Prima abbiamo letto una pagina del libro di Stefano Bordiglioni che spiegava questo gioco, dopo abbiamo provato a farlo anche noi». «Sì una domanda… Anzi, una intervista impossibile». «Io le interviste so cosa sono! Quando tu fai delle domande a un personaggio famoso, cioè fai delle domande. E lui dopo ti risponde». «Famosa come Chiara Ferragni. Mia sorella la guarda sempre sul telefonino». «Tu domandi, lui risponde. Io ho visto anche delle interviste a dei giocatori di calcio famosi del Milan, di Juve o Inter». «Ma tu puoi fare le domande e le interviste a chi vuoi. Anche se non è famoso». «Si chiama intervista impossibile perché non si può fare una vera intervista a Biancaneve. Perché Biancaneve non esiste. E neppure i sette nani. Perché quella è solo una favola. Sono dei personaggi inventati, dei personaggi inventati». «Ma i sette nani non c’entrano niente con Biancaneve!» «No, c’entrano!» «Ma sul libro era una intervista non a Biancaneve, ma alla matrigna…» «A me la favola di Biancaneve non piace». «A me sì. Soprattutto i sette nani. E anche la strega e quando arriva il principe azzurro che la bacia e la risveglia». «Io ho fatto l’intervista a Biancaneve e ai sette nani, invece sul libro c’era l’intervista a Cenerentola». «La matrigna ha risposto che non si aspettava che il principe azzurro sposava Cenerentola, ma una delle sue due figlie». «Quelle cattive». «Sì, lei non capisce, perché lei voleva le sue figlie e Cenerentola non era la sua figlia». «Poi lei non doveva neppure essere lì alla festa». «Ci poteva stare fino a Mezzanotte con la carrozza fatta di zucca». «E dopo perde la scarpa di vetro». «A me ha fatto un po’ ridere quando l’intervistatore ha chiesto che carattere aveva Cenerentola, che tipo era. Perché dice che è cattiva, che non è stata buona con lei e le sue sorelle perché se ne è andata ad abitare subito nel castello dove la aveva invitata il principe e non ha portato neppure loro al castello. Però si vede che è falsa perché lei… Perché lei non è stata brava con Cenerentola e neppure le due figlie. E’ stata brutta. E’ stata falsa. Bugiarda». «A me sono piaciute anche le nostre interviste che dopo abbiamo fatto noi».
Nel libro che vi ho letto c’era anche un altro esempio di intervista…
«Sì, quello della signora Gina». «La signora Gina era quella dell’intervista alla strega di Hansel e Gretel. Loro gli chiedono perché ha fatto quella casetta di cioccolata e lei risponde per i bambini. Perché a lei piacciono i bambini. Alla strega».
E voi che interviste impossibili avete fatto?
«Io ho fatto l’intervista a un orco e gli ho chiesto perché era verde e perché era così cattivo. Ma lui non sapeva rispondere». «Io ho intervistato Cappuccetto Rosso e le ho chiesto cosa portava nel cestino alla sua nonna, dove abitava la sua nonna malata, cosa voleva fare alla nonna, se voleva farle una sorpresa, che malattia aveva sua nonna». «Che malattia aveva?» Aveva l’influenza». «Io ho intervistato anche il lupo. Mi ha detto che lui non era un lupo vero ma un cane lupo. Come quello che ho io a casa mia. E lui non voleva mangiare Cappuccetto Rosso e infatti non l’ha mangiata veramente. Solo che tutti hanno raccontato quella favola così e allora lui è sembrato cattivo. Ma lui non è cattivo. Lui è un cane lupo buono». «Io ho fatto l’intervista ai sette nani ed erano simpaticissimi. Soprattutto Mignolo». «Mignolo?» «Sì. A me però quello che piaceva di più era Brontolo perché brontolava sempre quando io gli facevo le domande. Perché io ero l’intervistatore e lui l’intervistato». «A me questo gioco è piaciuto perché era molto fantastico. Poi tu potevi intervistare chi volevi. E poi non facevi solo le domande, cioè, facevi le domande ma dopo facevi anche le risposte». «Maestro, continuiamo a leggere anche le interviste che abbiamo fatto e non abbiamo letto?».
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