Politica

Intercettazioni e prescrizione, verso una tregua sulla giustizia

Intercettazioni e prescrizione, verso una tregua sulla giustiziaIl vice segretario del Pd Andrea Orlando

Giustizia In settimana si riapre il tavolo della maggioranza. Nel decreto milleproroghe il quarto slittamento per la riforma Orlando

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 18 dicembre 2019

«Le intercettazioni non sono una stupidaggine, sono caduti governi su questo tema. Non è uno scandalo se proviamo a trovare un accordo con il Movimento 5 Stelle, una forza che ha una visione diversa dalla nostra». Il vice segretario del Pd Andrea Orlando parla a Porta a Porta dopo che si è diffusa la notizia che nel decreto milleproproghe, che dovrebbe essere varato dal governo in settimana, ci sarà anche lo slittamento di sei mesi della norma sulle intercettazioni.

È il quarto slittamento: la riforma firmata proprio da Orlando quando era ministro della giustizia è stata sterilizzata dal governo giallo verde per tre volte e adesso lo sarà anche dal giallo-rosso, fino al 30 giugno 2020. Più che una notizia è una conferma, solo che la settimana scorsa quando erano circolate le prime bozze del milleproproghe con dentro le intercettazioni, il Pd si era profondamente offeso e aveva fermato la manovra dei 5 Stelle. Adesso no, Orlando annuncia solo che la maggioranza tornerà al tavolo della giustizia entro la settimana. La schiarita è evidente. La volta scorsa i dem avevano protestato perché non accettavano che i grillini blindassero la «loro» riforma, quella della prescrizione, anche quella applicabile dal prossimo primo gennaio, rifiutando in quel caso ogni proroga, e facessero slittare invece solo la riforma «del Pd», le intercettazioni appunto. Stavolta evidentemente hanno ottenuto garanzie che il ministro Bonafede cederà qualcosa. Si va verso un accordo complessivo sulla giustizia che accanto alla proroga della riforma delle intercettazioni riguarderà anche le intercettazioni, anche in questo caso con un decreto o più probabilmente con una norma che sarà inserita nel disegno di legge di riforma del processo penale.

Nel merito l’accordo sulla prescrizione si avvicinerà alla proposta di legge che proprio ieri ha annunciato il deputato di Leu Federico Conte: conferma dello stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ma solo sentenza di condanna, e tempi massimi di durata dei processi nei gradi successivi, la cosiddetta «prescrizione processuale». «La riforma della prescrizione entrerà in vigore automaticamente ed è giusta, solo che va accompagnata con altre misure che garantiscano la ragionevole durata dei processi», ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Anche sulle intercettazioni «ci sono ampi margini per trovare la quadra», come dice il ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Che giustifica lo slittamento di altri sei mesi della riforma Orlando con «problemi tecnici». Ma chiarisce che ci sono anche problemi di merito, perché i 5 Stelle non hanno mai accettato la stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni non rilevanti, che si propone vengano filtrate direttamente dalla polizia giudiziaria e mai trascritte, e vorrebbero riportare la decisione su cosa trascrivere e cosa no al pm. «L’importante – ha detto Bonafede – è che le procure possano continuare a lavorare dopo il 1 gennaio».

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