Mancava da un po’ il derby d’Italia che vale un pezzo del tricolore. Lo scorso anno infatti sia i nerazzurri che la Juve sono stati tangenziali alla questione scudetto, che il Napoli ha sostanzialmente risolto a febbraio e la Vecchia Signora – due quarti posti in fila – è stata assente dalla scena anche nello scudetto milanista, con l’Inter in contesa sino all’ultimo turno. Invece, rieccole. E se l’Inter era attesa al proscenio, anche sull’onda della finale di Champions League dello scorso giugno, va dato atto a Max Allegri di aver risollevato i bianconeri. Il bel gioco è ancora una chimera, Allegri manco lo cerca, ma la solidità difensiva e il recupero del dna juventino portano Vlahovic e compagni a un solo punto di distacco (con una partita giocata in più) rispetto all’Inter. Non era scontato.

A SAN SIRO domenica sera è anche la sfida tra Lautaro Martinez e Dusan Vlahovic, i due attaccanti più caldi del campionato, in attesa del ritorno dalla Coppa d’Africa di Victor Osimhen. L’argentino è ormai un timbro, una certezza (16 gol in campionato), la fotografia della forza interista e dell’interismo, anche se il rinnovo di contratto – hanno spiegato i suoi agenti – è ancora lontano e non possono essere esclusi i colpi di scena, specie per un club indebitato (parecchio) come il club milanese.

E se i nerazzurri erano attesi al proscenio, anche sull’onda della finale di Champions League dello scorso giugno, va dato atto a Max Allegri di aver risollevato la vecchia signora

Invece Vlahovic qualche mese fa era idealmente su un aereo per Londra. Cristiano Giuntoli, nella costruzione del new deal bianconero, voleva consegnarlo al ricchissimo Chelsea, portando a Torino un pacco di milioni e il belga Romelu Lukaku, che poche settimane prima aveva rotto i ponti con l’universo Inter. Giochi d’incastri, giochi di milioni: il serbo è rimasto alla Juve e dopo mesi tribolati ha ripreso a segnare, mentre Lukaku è andato a Roma per Mourinho, a sua volta esonerato qualche settimana fa. Il derby d’Italia resta una partita per la storia, oltre che per una fetta di scudetto.

Chi vince mette l’ipoteca morale sul torneo, soprattutto se dovesse riuscirci l’Inter, che si troverebbe con quattro punti di vantaggio e una gara da recuperare, perché impegnata con Lazio, Napoli e Fiorentina nella settimana araba dedicata alla Supercoppa italiana, poi vinta in finale sui campani.

Dentro il derby c’è anche spazio per la mistica legata al famoso corto muso di Allegri, difesa, mentalità e grinta in stile Juventus, mentre Simone Inzaghi cerca la consacrazione come tecnico di valore europeo. La sua Inter è un concentrato di qualità tecnica e fisica , basato su un centrocampo introvabile in Italia, tra Calhanoglu, Barella, Mkhitaryan.

PRIMA di sfidarsi a San Siro, hanno affilato le armi sul mercato invernale ed è stata la Juve a vincere la tenzone, prendendo il difensore portoghese Tiago Djalo e il centrocampista spagnolo Carlos Alcaraz (un omonimo del tennista spagnolo numero due al mondo), un pallino di Giuntoli, arriva in prestito con diritto di riscatto addirittura a 50 milioni di euro. Ora la parola passa al campo. Magari per rivalutare l’immagine del calcio italiano, a corto di appeal, non solo in Europa.