A Roma la pandemia è piombata su una città già da tempo in declino: povertà e diseguaglianze materiali e immateriali cresciute a dismisura; il lavoro sempre più precario che impedisce alle giovani generazioni di progettare il futuro; un’espansione edilizia che consuma suolo con quartieri senza servizi, una mobilità scadente, l’aumento del traffico privato e dell’inquinamento; smantellamento dei servizi pubblici essenziali; diritti fondamentali negati, dall’abitare alla salute. Non è stata colpa del destino, ma di precise scelte fondate sulla logica del profitto, sulle privatizzazioni, sulla competizione selvaggia. La pandemia ha aggravato questa situazione estendendola al ceto medio, al mondo del lavoro,...