Dispositivi teorici e narrativi propri della pratica cinematografica (almeno fino all’attuale caos calmodigitale), la chiaroveggenza e il talento nel saper indovinare la verità del futuro rimandano nelle mille declinazioni della finzione anche a un piccolo, oscuro titolo inglese del 1935, «The Clairvoyant» (L’uomo che vide il futuro, di Maurice Elvey). Gli spettacoli dell’illusionista Maximus (Claude Rains), basati su una innocua cialtronaggine mediata dalla collaborazione della moglie Rene (Fay Wray), virano verso una inquietante e inedita forza medianica solo in presenza di un terzo soggetto, la misteriosa Christine (Jane Baxter), giù a far scaturire insieme disastri ferroviari, vincite alle corse e incidenti mortali in miniera, fulminante cortocircuito di ascesa e caduta per l’ineffabile protagonista… Attraversato da un retrogusto – nel diapason tra commedia e suspense – che lo avvicina all’Hitchcock del periodo british, è disponibile sull’app Old Movies.

Nei titoli di testa si legge «realizzato da Adriano Aprà», ma – interrogato a proposito nel 2018 – lo studioso punto di riferimento della critica afferma di averne pochi ricordi, di averlo visto girare in un giorno, tanto meno di ricordarne i «credits», spiegabili così evidentemente per questioni produttive, con Gian Vittorio Baldi costretto a inserire un nome italiano per un film «interamente di Jean-Claude». «Ecco ho letto», il cortometraggio del 1966 del parigino Jean-Claude Biette (1942-2003), a Roma negli anni Sessanta per avvicinarsi a Pasolini e sottrarsi al servizio militare in Francia: le sponde del Tevere riflettono l’itinerario di un giovane pensoso e incerto sul da farsi – tra acerbi e rohmeriani incontri femminili e la paura di quelli maschili (Ninetto Davoli!) – ma richiamano anche lo spirito del tempo nelle pubblicità del cotechino e dell’uovo pasquale, più il manifesto di Django… Con Giuseppe Saltini e Isabel Ruth. Presentato da Henri, ovvero la Cinematheque Francaise in streaming.

A seguito di un incidente stradale che ha provocato la morte di suo marito, Edna avverte su di sé il paranormale, con tanto di capacità guaritrici. Ritornata a casa, dispone del suo «dono» al servizio della comunità, ciò che attira l’attenzione e la diffidenza della chiesa locale: la donna prova a convincere chi le sta intorno, ma tra pressioni psicologiche e pregiudizi radicati è giudicata e temuta nient’altro che come incarnazione del demonio… Daniel Petrie (Bronx 41* distretto di polizia, Cocoon – Il ritorno) girò nel 1980 l’inedito (in Italia) «Resurrection» (con Ellen Burstyn, Sam Shepard e Richard Farnsworth), poco classificabile esempio di fantastico «sommesso» e sguardo documentario nelle vene americane, premiato l’anno successivo ad Avoriaz.
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